Rimini, 19enne macedone segregata da suocero e fidanzato kosovari

Arrivata a Rimini per iniziare la convivenza col suo ragazzo, una 19enne macedone è stata segregata in casa e picchiata dal suocero e dallo stesso fidanzato. I due sono stati arrestati dalla polizia intervenuta dopo la segnalazione del padre della vittima

Rimini, 19enne macedone segregata da suocero e fidanzato kosovari

Un sincero e romantico sogno d’amore nato sulla rete si è trasformato in un vero e proprio incubo per una ragazza macedone di 19 anni. La giovane, infatti, è stata segregata in casa, picchiata e sottoposta a minacce fisiche e verbali da quello che considerava essere il suo fidanzato e dal futuro suocero.

La vittima è stata liberata questa mattina dalla polizia di Rimini e portata al Pronto soccorso dalla polizia di Rimini che ha, poi, arrestato per sequestro di persona, lesioni e maltrattamento in famiglia, padre e figlio, rispettivamente di 50 e 24 anni, di origine kosovara ma residenti in Italia da 20 anni.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, la giovane macedone aveva conosciuto su Facebook il ragazzo di cui si era innamorato. Così, dopo un mese di messaggi in chat e scambi di foto, la sprovveduta 19enne aveva deciso di lasciare il suo Paese per trasferirsi a casa del fidanzato a Rimini per iniziare una convivenza.

Fin da subito, però, quegli innocenti e romantici sentimenti sbandierati dal giovane kosovaro si sono sciolti come neve al sole lasciando spazio alle vere, e criminali, intenzioni di padre e figlio.

Questi ultimi, che vivevano in una villetta in zona centrale della città, si sono trasformati nei carcerieri della macedone tanto che, dopo averle confiscato cellulare e passaporto, l’hanno costretto a fare da cameriera. Il tutto con il tacito assenso degli altri familiari.

La 19enne, soggiogata dalle continue umiliazioni e dalle minacce di violenze fisiche e psicologiche, non ha mai trovato la forza di ribellarsi.

Almeno fino a quando uno dei fratelli del finto fidanzato, in un momento di tenerezza, non le ha prestato il cellulare. La giovane non ha perso tempo e ha sfruttato l’occasione chiedendo aiuto al padre in Macedonia che, a sua volta, ha allertato il 113.

Gli agenti delle Volanti della Questura di Rimini si sono recati nella villetta e, dopo aver arrestato i due responsabili della sconcertante vicenda, hanno liberato la vittima portandola in

ospedale.

Le indagini non sono finite perché le forze dell’ordine stanno valutando anche la posizione di tutti i familiari dei fermati che erano a conoscenza della terribile storia ma che non hanno fatto nulla per porvi rimedio.

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