Gigliola Ebe Giorgini, meglio conosciuta come “Mamma Ebe”, è morta a Rimini all’età di 88 anni. La “Santona di Carpineta”, dal nome del luogo in cui sorgeva la sua casa, trasformata poi in un tempio, sulle colline di Cesena, ebbe oltre 30 anni di guai con la giustizia, sottoposta a diversi procedimenti giudiziari per esercizio abusivo della professione medica e truffa aggravata.
Finte guarigioni con preghiere e placebo
Mamma Ebe è morta nella giornata di ieri all'ospedale Infermi di Rimini e, come riportato da il Corriere di Romagna, la donna è deceduta in seguito a neoplasia. Classe 1933, nata il 17 marzo a Pian Del Voglio, in provincia di Bologna, si era guadagnata il suo soprannome dopo aver fondato la “Pia Unione di Gesù Misericordioso", una presunta congregazione religiosa, con diversi adepti. Riceveva molti fedeli attirati dalle sue presunte capacità di guaritrice attraverso miscugli di medicinali, preghiere e placebo. Una delle sue basi si trovava proprio sulle pendici della frazione di Carpineta, all’interno di una villa padronale. Oggi alle 15 il funerale a Sant’Ermete, nel Riminese, e la tumulazione al cimitero monumentale di piazzale Umberto Bartolani.
Mamma Ebe ebbe molti guai con la giustizia dovuti proprio alle sue pratiche di guaritrice che attirarono l’attenzione di inquirenti e forze dell’ordine. Tutto ebbe inizio a metà degli anni ‘80, quando la la donna si trovò implicata al centro di una inchiesta aperta dalla Procura di Torino, condannata poi in via definitiva a 6 anni di reclusione. Ci fu un secondo processo nel gennaio del 2002, dopo che la santona era stata arrestata con il marito nella sua villa. Molte le denunce di vittime che avevano raccontato di aver ricevuto dalla donna e dalla sua confraternita cure del tutto inutili o che avevano addirittura peggiorato loro la vita, in cambio di cospicue somme di denaro.
I guai di Mamma Ebe con la Giustizia
Nel 2011 la Cassazione confermò la sua condanna in via definitiva a 6 anni di reclusione. In quella occasione le indagini erano state coordinate dalla Procura di Forlì e avevano portato a 28 ordini di custodia cautelare e ad accuse che andavano dall'associazione per delinquere all'esercizio abusivo e continuato della professione sanitaria, dal falso ideologico in ricette alla truffa continuata in concorso ai danni di ente pubblico, dal sequestro di persona al maltrattamento di minori, dalla truffa per motivi abietti ai danni di persone sofferenti nel corpo e nell'anima all'esercizio abusivo di ambulatorio medico. La donna aveva poi trasferito la sua setta a Villa Gigliola, alle pendici sul Montalbano, e nel 2010 fu protagonista di altre due inchieste, coordinate dalla Procura di Pistoia. Anche quella volta era accusata di truffa aggravata ed esercizio abusivo della professione medica. Uno dei due processi si concluse con la prescrizione, mentre l’altro con una condanna a 8 anni e mezzo di carcere.
Nel 2014 aveva trasferito la sua attività e tutti i suoi seguaci nella sua villa di Sant'Ermete, nel Riminese. Infine, nel 2017, Mamma Ebe, arrivata all’età di 84 anni, finì agli agli arresti domiciliari per la condanna, in via definitiva, a 4 anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica.
La denuncia era stata fatta da una donna 34enne che aveva avuto dolori atroci in seguito all’uso di una pomata da spalmare sulla pancia che, secondo quanto asserito dalla guru, avrebbe dovuto guarire la sua infertilità. Il processo era ancora in corso a Forlì e adesso si estinguerà per morte dell’imputata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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