La famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo - il 12enne rapito, tenuto sotto sequestro per oltre due anni e infine sciolto nell'acido dal boss di Cosa Nostra nel 1996 - riceverà un risarcimento di 2,2 milioni di euro. La decisione è stata presa dal tribunale civile di Palermo. Ciò che è stata lesa è la dignità della persona, il diritto del minore ad un ambiente sano, ad una famiglia, ad uno sviluppo armonioso, in linea con le inclinazioni personali, ad un'istruzione. Beni ed interessi di primario rilievo costituzionale che, pertanto, trovano diretta tutela, anche risarcitoria", scrive il giudice della terza sezione del tribunale civile di Palermo, Paolo Criscuoli, secondo quanto riporta Il Giornale di Sicilia.
A pagare, se la sentenza diventerà definitiva, dovranno essere cinque mafiosi e un collaboratore di giustizia, già condannati in via definitiva per il rapimento e l'omicidio del tredicenne. Si tratta del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, di Benedetto Capizzi, Cristoforo Cannella, Francesco Giuliano e Luigi Giacalone, nonché del pentito Gaspare Spatuzza. Però, essendo stati i loro patrimoni sequestrati, sarà in realtà lo speciale fondo dello Stato per le vittime di mafia a versare la somma, sottolinea il quotidiano.
Il risarcimento, che, sottratti i 400mila euro già concessi in sede penale a titolo di provvisionale ai parenti della vittima, sarà di circa un milione ed ottocentomila euro, è stato riconosciuto alla madre del ragazzino, Francesca Castellese, e al fratello Nicola.
Rapimento e uccisione
Il piccolo Guseppe Di Matteo fu rapito
il pomeriggio del 23 novembre 1993 e, dopo due anni, fu ucciso e sciolto in una vasca di acido nitrico. Il sequestro aveva l'obiettivo di far tacere suo padre Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia ed ex-mafioso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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