La rivolta dei supermarket: "Basta buoni pasto, metteteli in busta paga"

Spendibili nei ristoranti, trattorie, bar oggi sono utilizzati dall'85% delle persone per fare la normale spesa di casa. Ma adesso gli esercenti si ribellano

La rivolta dei supermarket: "Basta buoni pasto, metteteli in busta paga"

I "buoni pasto" sono a rischio. Spendibili nei ristoranti, trattorie, bar per un pasto, oggi sono utilizzati dall'85% delle persone per fare la normale spesa di casa. Purtroppo, come ogni buona cosa, in Italia si è trovato il modo per distorcerla, visti anche i 3 miliardi l'anno di introiti "da buono pasto". C'è chi, addirittura, minaccia di indire un referendum per rimettere quei soldi in busta paga ed è la provocazione che lancia Federdistribuzione, sigla che mette insieme un gruppo di super e iper mercati che da soli assorbono circa un terzo dei buoni pasto in circolazione in Italia. La Legge di Stabilità ha innalzato la defiscalizzazione dei ticket portandola dai 5,90 ai 7 euro: misura che dovrebbe avere effetti positivi su consumi e occupazione.

Ma la norma, che entrerà in vigore dal primo di luglio, sarà applicata solo alle card, ai buoni elettronici, un segmento che occupa il 15 per cento del mercato.

Come ogni conversione tecnologica che sta portando avanti il Governo, anche questa è strutturata per "stanare i furbetti", ma Giovanni Cobolli Gigli presidente di Federdistribuzione la pensa diversamente ed avverte, "prima di pensare a come potenziare il mercato, sarebbe utile ristrutturarlo profondamente perché distorto e inefficiente". Se così non sarà "meglio mettere i ticket in busta paga".

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