Rom ai domiciliari in una casa popolare a spese nostre

Il 41enne Lufti Gashi sta scontando la pena in una casa popolare di Padova. Il sindaco: "È vergognoso, lo manderemo via"

Rom ai domiciliari in una casa popolare a spese nostre

Ad un rom pregiudicato di 41 anni sono stati concessi di domiciliari e li sta scontando in un appartamento dell'Ater di Padova, l'azienda territoriale per l'edizilia, in altre parole una casa popolare. L'abitazione, dunque, è pubblica e quindi a spese dei contribuenti. A riportare la notizia è il quotidiano Libero.

Lufti Gashi, che nel curriculum ha alcuni precedenti penali, è indagato insieme ad altre sedici persone per associazione a delinquere aggravata per "una serie indeterminata di delitti di natura predatoria quali furti, rapine, ricettazione di beni di provenienza illecita nonché di riciclaggio di consistenti somme di denaro", come recita l'istanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari. L'uomo stava scontando la sua pena a Legnano, nel veronese, a casa di un parente. Dopo il ricorso del suo avvocato, accolto dai giudici, Gashi è tornato a Padova. Ora il 41enne vive con la famiglia, in questo appartamento popolare. Questi appartamenti dell'Ater di Padova sono stati concessi in locazione, ma ad uso uffici, all'associazione Beati i costruttori di pace di don Albino Bizzotto su indicazione della precedente giunta a guida Flavio Zanonato (Pd).

Don Albino, secondo la protesta del Comune, avrebbe trasformato lo stabile in un condominio abitato da alcune famiglie rom. "In quell'abitazione questo signore non ci può stare - afferma il sindaco Massimo Bitonci a Libero -. Lo manderemo via". Per Maurizio Saia, assessore alla Sicurezza di Padova, "questo andazzo è vergognoso.

Purtroppo dobbiamo andare cauti perché si tocca l'area della disobbedienza sociale, quella dei no global e dei centri sociali, ai quali don Albino è legato, e quindi rischiamo di creare tensioni e di mettere a rischio l'ordine pubblico".

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