Solo 20. È il numero di rom e sinti che si sono presentati alla prima giornata del workshop della "Scuola politica" a loro dedicato. A vedere il dato, la tre giorni, cominciata ieri alla Casa dei diritti di Milano, non ha riscontrato grande successo.
Il "percorso di consapevolezza e partecipazione", come è stato definito sulla pagina Facebook dell'associazione organizzatrice Kethane, è stato snobbato proprio da coloro che sarebbero dovuti "uscire dal ghetto". Così, come riporta Libero, l'europarlamentare ed ex assessore alle Politiche Sociali di Milano Pierfrancesco Majorino aveva definito le intenzioni dei partecipanti. Ieri però, in via De Amicis 10, c'erano solo 20 persone, provenienti da tutta Italia.
L'iniziativa "mette a disposizione di giovani attivisti strumenti, conoscenze e capacità per sviluppare consapevolezza e favorire la partecipazione della comunità rom e sinti alla vita civile e sociale del Paese", ha spiegato l'attivista Dijana Pavlovic. Però non sembra che i destinatari del corso siano interessati. Forse andrà meglio nelle altre giornate: il secondo workshop si svolgerà sempre a Milano dal 15 al 17 novembre.
Intanto l'iniziativa ha creato diverse polemiche. A scagliarsi contro la "Scuola politica per rom e sinti italiani" è stata soprattutto la Lega. "Il Comune di Milano non perde tempo per fare scuola politica ai rom - ha spiegato in una nota Alessandro Morelli, capogruppo della Lega a Palazzo Marino - . Come al solito a Milano si tutelano i diritti di tutti, tranne quelli dei milanesi".
"La sinistra dovrebbe pensare ai problemi concreti dei cittadini non a chi spesso e volentieri vive nell’illegalità", ha commentato invece Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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