Roma, la Cei boccia il quartiere a luci rosse: "Operazione ipocrita"

Vescovi duri con Marino: "L'idea del Comune è vergognosa. Non si combatte così la prostituzione"

Roma, la Cei boccia il quartiere a luci rosse: "Operazione ipocrita"

L'idea di Ignazio Marino di far sorgere a Roma un quartiere a luci rosse ha suscitato non poche polemiche. L'Avvenire, il quotidiano dei vescovi giudica come inammissibile una tale proposta. "Un'ipocrita (e forse ideologica) operazione per il 'decoro' urbano. Non un impegno contro il degrado umano, a fianco delle vittime. Ne proviamo vergogna", si legge sul quotidiano. E ancora: "Alla vigilia della giornata di preghiera e azione contro la tratta degli esseri umani, Roma - la capitale d'Italia, la città culla e cuore dell'umanesimo cristiano - si fa capofila di un progetto che assomiglia alla polvere celata sotto un tappeto di luci rosse. Un lavarsi la coscienza, come le strade. Non una scelta decisa per affrontare il dramma della prostituzione", scrive il giornale della Cei in un editoriale di prima pagina firmato da Francesco Riccardi, dal titolo "Degrado capitale".

Infine arriva il paragone con Amsterdam: "Una sorta di Amsterdam de noantri e annunciata proprio alla vigilia della "Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta delle persone" (domenica)", denuncia poi un articolo nelle pagine interne.

"Costerà 5mila euro al mese e l’obiettivo sarebbe rendere il quartiere più vivibile, senza prostituzione selvaggia e degrado. Mentre la realtà racconterà quasi certamente che la prostituzione semplicemente se ne andrà in altre zone, con il suo carico di schiavitù, vittime della tratta, minorenni e vario degrado".

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