Il piano di superamento dei campi rom della giunta Raggi va verso il fallimento. È quanto emerge dai dati divulgati dalla commissione Trasparenza di Roma Capitale convocata dentro il Camping River di via Tiberina, il primo che avrebbe dovuto chiudere il 30 settembre scorso.
Il Comune, considerata l’impossibilità dei rom a trovare qualcuno disposto ad affittar loro una casa, ha proposto di pagare vitto e alloggio in un hotel o B&b per sei mesi. Ma anche questa opzione non si è rivelata risolutiva. Su 94 nuclei familiari (in totale si tratta di 430 persone) hanno presentato la domanda per accedere alle misure di sostegno previste per il superamento dei campi ma di queste 81 sono state accettate e 13 respinte e soltanto uno ha firmato il “patto di responsabilità”. Altre due famiglie si avvierebbero a firmare, mentre due mamme con un figlio a carico sono state prese in carico da una struttura di accoglienza capitolina. Il 30 novembre prossimo, intanto, scade l’ordinanza del sindaco Raggi che prevede il ripristino degli impianti idrici ed elettrici del campo per le persone ancora presenti nella struttura. Michela Micheli, direttore dell'ufficio di scopo rom, sinti e camminanti, spiega così la situazione:“Ci siamo trovati al 30 giugno (data della scadenza del bando con Isola Verde, la cooperativa che gestiva il campo ndr) in una situazione molto critica dovevamo fronteggiare la realtà dell'insediamento con 430 persone, circa 100 nuclei familiari da ricollocare, non consentendo più le norme nazionali ed europee di reperire aree in cui in forma discriminatoria e su base etnica si accolgono i rom".
Secondo la Michele “estendere le linee del piano di superamento dei campi rom e le misure economiche previste dal piano anche agli abitanti del camping river tanto più che questo insediamento presentava caratteristiche migliori di scolarizzazione, sembrava la soluzione più matura per garantire un rapido percorso di fuoriuscita”. E ancora: “Non abbiamo voluto fare una azione cruenta costringendoli ad uscire dal primo luglio e quindi abbiamo disposto l'affidamento alla cooperativa Isola Verde per tre mesi di un progetto di accompagnamento per la fuoriuscita assistita di queste persone disponendo la chiusura del campo il 30 settembre”. Secondo la Micheli, si legge sul Giornale d’Italia, ci sarebbe stato anche un boicottaggio da parte della cooperativa, perché lo scorso luglio “è stato pubblicato nella bacheca di Isola Verde un parere legale che consigliava agli ospiti di non presentare domanda di ammissione ai nostri benefici economici e ciò bloccava l'adesione delle persone”. “L’ambasciata rumena – aggiunge la Micheli - si è resa disponibile a fornire un numero notevole di posti di lavoro per i rumeni del camping river, posti immediatamente disponibili in Romania”. La situazione sta diventando critica perché “gli ospiti - il responsabile del dipartimento - hanno un atteggiamento non collaborativo da parte del gestore. Si sta lavorando incessantemente con le famiglie per la fuoriuscita che sarà ritardata ma che dovrà avvenire perché non possono continuare a stare in forma abusiva su un terreno peraltro privato”. Gli esponenti di Fdi-An, Fabrizio Ghera capogruppo in Campidoglio, Francesco Figliomeni consigliere comunale e Giorgio Mori responsabile del Dipartimento Immigrazione del partito a Roma, invece denunciano non solo la mancanza di controlli ed il contenzioso in atto con la cooperativa Isola Verde ma anche il fatto che “Roma Capitale avrebbe sperperato danaro pubblico pagando per ben due volte le utenze idriche ed elettriche, sia direttamente che tramite il finanziamento a chi gestiva il campo”.
“Siamo – concludono gli esponenti di FdI - nel caos più totale, il Comune continua a pagare e i soldi dei romani finiscono così per sostenere i nomadi, mentre i grillini nel frattempo lasciano le famiglie romane senza un tetto alla faccia dei tanti cittadini onesti che pagano le tasse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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