Tre ragazzini, che hanno meno di quindici anni, sono stati ricoverati poco tempo fa all'ospedale Bambino Gesù di Roma per coma etilico.
Non è la prima volta che accade: a Brindisi, ormai tre anni fa, aveva avuto luogo un fatto quasi identico. In quel caso, ad essere sottoposti alle terapie mediche, erano stati in quattro. Ma la diffusione di episodi di questa tipologia prescinde dai troppi particolari: è l'espansione del fenomeno a suscitare preoccupazione negli ambienti sanitari. Come in relazione a quanto raccontato all'Adkronos da Alberto Villani, che è il vertice della Società italiana di Pediatria. Proprio questo medico ha rivelato come il nosocomio romano, che è tuttavia sito in sede extraterritoriale del Vaticano, abbia dovuto ospitare, per tutte le cure del caso, questi tre adolescenti nel reparto di rianimazione. Stando alle informazioni rilasciate, i tre minori avevano un'età compresa tra i dodici e i tredici anni.
Non sono solo le droghe, quindi, a sconvolgere le giovani vite di tanti minorenni, ma pure il consumo e l'eccesso di alcool. Quanto balzato sulle cronache, poi, può non essere esaustivo, perché la percezione è che comportamenti del genere siano più comuni del narrato: "Sono convinto - ha dichiarato dottor Viallni all'agenzia - che i casi che arrivano sui giornali siano solo la punta dell'iceberg". E ancora: "Basta guardarsi intorno la sera, soprattutto nel fine settimana...".
Viene posto sul tavolo delle urgenze anche il tema del "binge drinking", cioè una sorta di sfida col tempo, che consiste nell'ubriacarsi nella maniera più veloce possibile. Per il pediatra sopracitato non solo si tratta di una "moda pericolosa", ma di qualcosa che ha già avuto modo di attecchire in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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