"In loro c'è il demonio". E la nonna ammazza i due nipotini

I piccoli erano stati affidati alla nonna ed al suo amante ma i due, invece di occuparsi dei piccoli, hanno assunto così tanto alcool da avere delle visioni. “In loro hanno visto degli spiriti maligni” racconta l’investigatore: il bimbo di 5 anni è stato strangolato, la piccola di 3 pugnalata a morte

"In loro c'è il demonio". E la nonna ammazza i due nipotini

Orrore in Russia, più precisamente a Valujki (Belgorod), dove una nonna ha massacrato i suoi nipotini convinta che fossero posseduti da spiriti maligni.

Le vittime sono i fratelli Vladislav Eliseev, di 5 anni, ed Esenia, di 3. I piccoli erano stati affidati alle cure della nonna e del suo compagno che, pur con la presenza dei bambini in casa, hanno cominciato a consumare alcolici fino a stordirsi.

Stando a quanto riferito dalle autorità locali, i due erano riusciti ad ubriacarsi così tanto da arrivare ad avere delle vere e proprie allucinazioni. Questa, almeno, sarebbe stata la spiegazione da loro fornita in merito ai tragici fatti avvenuti la sera del duplice omicidio (gennaio dell’anno scorso).

Convinta che i demoni albergassero all’interno dei suoi nipoti Svetlana Muradyan, giovanissima nonna di 42 anni, si è dunque decisa ad intervenire. Il primo a venire ucciso è stato Vladislav, strangolato con un cavo elettrico dall’amante 49enne di Muradyan. Dopo è stato il turno della piccola Esenia, pugnalata a morte dalla nonna.

“Entrambi gli adulti hanno detto di avere visto i demoni nei bambini” ha spiegato l’investigatore incaricato di seguire il caso, come riportato dal “TheSun”.

Soltanto dopo aver compiuto il massacro Muradyan sarebbe corsa a chiedere aiuto ad un medico, suo vicino di casa. Quest’ultimo ha poi testimoniato: “Il bambino era già morto, mentre la piccola era agonizzante”. Inutile la chiamata ai soccorsi, la bambina è spirata appena varcata la soglia dell’ospedale.

Le autorità hanno poi dato l’avvio alle indagini, conclusesi in questi giorni. Svetlana Muradyan, dichiarata lucida al momento dell’infanticidio, è stata condannata a 16 anni da scontare in carcere. Al suo amante, invece, pare sia stato riconosciuto un “disturbo mentale temporaneo” causato dall’alcool che al momento gli è valso solo un Tso.

La decisione del giudice ha suscitato non poche polemiche in tutta la Russia.

Sono molti, infatti, a ritenere la pena di 16 anni fin troppo tenera. Sconvolti, naturalmente, il padre e la madre di Vladislav e di Esenia. Il dolore per la perdita dei figli li ha portati ad un’altra atroce seperazione: oggi i due sono divorziati.

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