Mentre Milano si trucca per la grande festa del design che fino a domenica porterà sotto la Madonnina oltre 300mila persone, il presidente di Cosmit Carlo Guglielmi accarezza la sua creatura: una fiera che per una settimana farà dimenticare la crisi del mercato interno che certo non risparmia il settore del mobile. «I nostri Saloni sono l’evento mondiale più importante in questo campo, anzi, la terza esposizione in assoluto del pianeta». Milano cambia volto tra mostre in città e alberghi strapieni ma lui ci tiene a sottolineare che l’epicentro è a Rho Pero dove gli oltre 530mila metri quadri a disposizione dei padiglioni registrano il tutto esaurito con un aumento degli espositori rispetto allo scorso anno. «Abbiamo dovuto rifiutare richieste per 20mila metri quadri; segno che il made in Italy, almeno per quanto riguarda il design, tira ancora eccome». Sì perché le domande arrivano soprattutto da Paesi stranieri, e ciò rappresenta una manna per un settore la cui salvezza oggi risiede soprattutto nel mercato estero. «Direi extraeuropeo - puntualizza lui - soprattutto dai Paesi emergenti come quelli del sud est asiatico. E il Brasile? Il console Luiz Henrique mi ha appena riferito che sono in arrivo diecimila suoi connazionali».
Guglielmi sprigiona ottimismo perché è proprio qui, tra gli oltre 2.500 espositori di ogni settore dell’arredo che le aziende italiane hanno la possibilità di esportare il proprio brand e stipulare i migliori contratti. Proprio mentre, nel centrocittà, il cosiddetto fuorisalone organizza party ed esposizioni in showroom e location improvvisate; protagonisti anche grandi marchi come quelli del gruppo Charme (Frau, Cassina, Cappellini) di proprietà di Luca Cordero di Montezemolo che scelgono di non partecipare ai Saloni di Rho. «Ognuno è ovviamente libero di fare le proprie scelte - dice Guglielmi - ma è inutile parlar tanto di sistema Italia se poi in grandi occasioni internazionali come questa non si marcia uniti. E a chi sfrutta questa occasione per fare i propri affari ricordo che senza i Saloni questa settimana a Milano non esisterebbe affatto». A buon intenditor poche parole, anche se l’indotto miliardario di cui anche quest’anno beneficerà la città riempie d’orgoglio il patron della fiera: «L’obbiettivo di Cosmit non è quello di fare solo business, prova ne sono gli eventi culturali che quest’anno abbiamo organizzato in città coinvolgendo istituzioni come la Triennale, il Piccolo Teatro e la Biblioteca Ambrosiana. Proprio qui, nel regno di Leonardo, daremo l’opportunità agli stessi milanesi di conoscere a fondo un patrimonio letterario che proviene dal mondo classico. Tutto ciò è il frutto di uno sforzo finanziario - circa tre milioni di euro - che pesa solo sulle spalle dei nostri associati».
Molto resta ancora da fare per rendere più accogliente la città per un grande evento che in questi giorni la farà rassomigliare a Berlino. «Troppe speculazioni da parte degli albergatori che quasi quintuplicano le tariffe.
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