In tanti chiedono a gran voce le dimissioni del presidente della Regione, Catiuscia Marini, dopo lo scandalo che ha coinvolto i vertici sanitari e politici del Pd, a seguito dell'indagine sui concorsi pilotati all'ospedale di Perugia. E uno dei più accaniti è Roberto, un ragazzo disabile, bocciato perché nessuno ha messo per lui una "buona parola".
Lo racconta il Fatto quotidiano, che ha intervistato il ragazzo, che aveva concorso per la selezione riservata alle categorie protette: 4 posti, per 129 partecipanti."Tre dei quattro posti saranno appannaggio delle persone indicate dai referenti politici", hanno sottolineato i pm, che specificano come l'esito delle selezioni sia condizionato dalla politica.
Per Robero, 23enne con disabilità motorie, "un posto in Regione, a pochi minuti da casa, era una svolta". Figlio di un'operaia e di un pensionato, cresciuto in ambiente di sinistra. Lui, però, non ce l'aveva fatta a passare il concorso, con un volto di 18/30, che vale solamente l'idoneità. "Pensavo di essere andato discretamente", spiega il 23enne, che non immaginava quello che poi è venuto a sapere dai tg: "Scoprire di essere stati esclusi per far posto ad altri". Gli altri candidati, infatti, avevano avuto le domande in anticipo, dai direttori dell'ospedale. Bisognava trovare il posto per i raccomandati prima, poi se fosse avanzato qualcosa sarebbe stato il turno degli altri. La presidente della commissione, Rosa Maria Franconi, aveva notato Roberto,"un disabile vero, poverino. Che io lo guardavo mentre faceva il tema, c' aveva proprio la faccia da bambino".
Ma il 23enne, non è certo un bambino e ogni giorno fa 60 chilomentri per andare ad Asssisi a fare tirocinio."Fa malissimo scoprire di essere stati esclusi per far posto ad altri", ma la cosa che dà ancora più fastidio è che ad archittetare il tutto sia stato "qualcuno di sinistra, come noi".
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