Sardegna, aumentano i detenuti iscritti all'Università

Oristano si aggiunge agli istituti penitenziari dove già è possibile frequentare le lezioni

Sardegna, aumentano i detenuti iscritti all'Università

Il polo Universitario Penitenziario dell'Università di Sassari (il PUP), al quinto anno di attività, raggiunge, nel 2019, per la prima volta il numero di cinquanta studenti iscritti. A comunicarlo è l'Università di Sassari, in una nota. "Un bel traguardo - dichiara il professore Emmanuele Farris, delegato del Rettore per il PUP - che ci stimola a migliorarci sempre. Ma al di là del numero, sottolineo che dei nostri cinquanta studenti detenuti, ben ventinove sono nuovi immatricolati. Per la prima volta siamo presenti in cinque istituti penitenziari sardi - con Oristano che si aggiunge ad Alghero, Nuoro, Sassari e Tempio - e in tre istituti peninsulari (Asti, Cuneo, Udine). Abbiamo studenti in tutti i circuiti di detenzione, dalla media sicurezza al 41bis".

Gli iscritti in regime di detenzione - si legge ancora nella nota - studiano prevalentemente nei dipartimenti di Agraria, Giurisprudenza, Storia e Scienze Umanistiche e Sociali. Anche per quest'anno docenti e amministrativi dell'ateneo turritano hanno effettuato l'orientamento dedicato ai diplomati. Le attività si sono svolte nei mesi di giugno e luglio del 2018. "Successivamente, visto l'alto numero di manifestazioni d'interesse per i nostri corsi, abbiamo istituito due nuovi servizi: il supporto amministrativo per le iscrizioni in carcere nei mesi di ottobre e novembre, e l'accoglienza in ingresso di cui ci stiamo occupando sistematicamente. Riteniamo doveroso che tutti gli studenti, anche all'interno di un istituto penitenziario, percepiscano la vicinanza dell'istituzione universitaria e abbiano un contatto diretto con i referenti del corso di studi prescelto, per definire le tappe del percorso e individuare le prime materie da studiare", precisa il professor Farris. Un'azione capillare che richiede - si aggiunge nella nota - l'adesione di un numero elevato di docenti (undici referenti dei dipartimenti e dei corsi di laurea) e di personale amministrativo dell'università (sedici le unità).

Contemporaneamente, in queste settimane - fa sapere l'Università di Sassari - vengono distribuiti i testi di studio acquistati con i fondi erogati da Ersu Sassari (l' ente regionale per il diritto allo studio universitario), partner fondamentale del progetto. Ma il 2018, e ancor più il 2019, sono stati e saranno caratterizzati - si aggiunge - da uno sforzo importante da parte del PUP per attività indirette, sia verso gli studenti sia verso detenuti non iscritti ai corsi universitari. Per sostenere gli studenti detenuti, l'ateneo ha messo in moto le risorse derivanti dal fondo da 220mila euro ricevuto (unico ateneo in Italia) nel 2018 dal ministero dell'Università e della Ricerca: Il bando per 23 posizioni da tutor scade oggi, 15 gennaio, alle 12.

La nota dell'Università di Sassari aggiunge che per il secondo anno consecutivo, grazie alla collaborazione con la direzione penitenziaria, verrà realizzato ad Alghero un corso di otto seminari mensili, da novembre 2018 a giugno 2019, richiesto dai detenuti e progettato insieme a loro, destinato a esplorare le potenzialità e le criticità del comparto ittico (lo scorso anno era stato dedicato al comparto agro-zootecnico). "Nel 2019 dedicheremo tempo e risorse per attività di comunicazione, di formazione e informazione sul Polo Universitario Penitenziario. Far sapere all'opinione pubblica quello che facciamo, fare sistema con altre istituzioni e con il terzo settore, è una parte fondamentale della nostra strategia", dichiara ancora Farris. Per questo l'Università di Sassari - si aggiunge nella nota - ha progettato un piano di comunicazione specifico per il Polo universitario penitenziario, innovativo, che si configura come best practice comunicativa a livello nazionale.

Per il rettore sardo Massimo Carpinelli, "l'Università di Sassari quindi non considera i cinquanta iscritti un punto di arrivo, ma un punto di partenza, in un'ottica di miglioramento continuo delle proprie politiche di inclusività destinate ad utenze con esigenze specifiche, tra le quali appunto gli studenti in regime di detenzione".

"In questo ambito saranno anche potenziate le sinergie con gli altri ventotto atenei italiani che realizzano attività di didattica in ambito penitenziario, riuniti da Aprile 2018 nella conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari, in cui l'ateneo di Sassari ha un ruolo di coordinamento, facendo parte insieme a Torino, Pisa, Padova e l'Università Federico II di Napoli del direttivo nazionale in carica", ha concluso Carpinelli.

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