«Prima mi hanno usato, poi mi hanno preso in giro: non posso più restare con i Cinquestelle. Lascio il gruppo M5s e aderisco a Forza Italia». Matteo Dall'Osso è alla sua seconda legislatura con i pentastellati ma la sua storia con i grillini è iniziata oltre 10 anni fa quando ha portato la sua esperienza come malato di Sla e il suo impegno a favore dei disabili dentro il Movimento. «Io ci ho creduto, davvero», afferma con amarezza. La sua non è stata una decisione facile ma è diventata inevitabile dopo la bocciatura dei suoi emendamenti a tutela dei disabili. E ieri Dall'Osso ha incontrato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
Perché lascia M5s?
«Mi sono sentito solo, in parte tradito, umiliato. E mi sono sentito disabile. Mi hanno trattato male».
Solo nella battaglia per i disabili?
«Gli amici mi hanno sostenuto ma gli onorevoli hanno pensato solo alla politica e non al bene comune».
Pensa che il malessere in M5s sia diffuso?
«Tutte le persone sensibili rispetto alla disabilità sono in difficoltà ma sono anche intimorite».
Che cosa è successo in Commissione Bilancio?
«Mi era stato chiesto di ritirare i miei emendamenti a tutela dei disabili per parere contrario insieme ad altri già respinti. Uno di questi è stato oggetto di contrattazione. Ho chiesto al gruppo M5s di firmare il mio emendamento, nulla di più, ma dai banchi del governo è stata data indicazione negativa così ho deciso di proseguire grazie alla sottoscrizione di tutte le opposizioni. Poi a seguito del mio intervento e di un accorato appello l'emendamento è stato accantonato con parere favorevole. Ero in parte soddisfatto e felice per il risultato ottenuto proprio nella Giornata Internazionale della Disabilità. Ma nella seduta di martedì 4 quell'emendamento è stato bocciato. L'ho appreso dal verbale della seduta. Sono avvilito ma vado avanti lo stesso per i disabili».
Perché hanno respinto l'emendamento che potenziava il fondo per i disabili?
«Per le solite motivazioni: mancanza di coperture economiche. Ma parliamo di 10 milioni di euro per tre anni considerato che Roma da sola soffre una mancanza di 2 milioni solo per quest'anno a causa di permessi per falsi invalidi».
Da quando è al governo M5s ha cambiato strada?
«Non ha cambiato strada, sono le persone che si sono modificate col tempo e sono stati modificati gli obiettivi iniziali. Sono passati da uno vale uno a uno è uguale all'altro, ma non è così. Io sono il malato di Sla che hanno usato come una bandiera ma io non posso accettare certe ingiustizie».
Da quanto ha cominciato a sentirsi a disagio con M5s?
«Non ho provato disagio con il Movimento: ho provato solitudine e mi ha fatto male».
Perché Forza Italia?
«Penso che Forza Italia per i valori di libertà e solidarietà che promuove - ricordo il lavoro a tutela delle donne svolto da Mara Carfagna - e l'attenzione verso le categorie più deboli quali i bambini orfani possa garantire l'attenzione verso i disabili. Per questo gruppo la diversità è un valore aggiunto e una risorsa».
Che cosa si aspetta?
«Non so che cosa mi aspetterà, sono stato accolto in una nuova famiglia e ho la convinzione che il presidente
Berlusconi mi consentirà di lavorare liberamente per gli altri, per gli ultimi, per coloro che hanno difficoltà ma molto da dare. Per chiosare, parafrasando Giorgio Gaber: voglio essere libero perché voglio partecipare».
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