Schianto pullman, il professore eroe che ha salvato i suoi ragazzi

Schianto pullman, il professore eroe che ha salvato i suoi ragazzi

"Tredici ragazzi si sono salvati miracolosamente uscendo dai finestrini e scampando così alle fiamme" innescate dall’urto dell'autobus contro il pilone dell'autostrada. È il racconto di Girolamo Lacquaniti, dirigente della Polstrada di Verona. C'è da segnalare anche un "professore eroe", che con la sua determinazione e prontezza di riflessi ha salvato molti ragazzi. Il particolare viene reso noto dal console generale d'Ungheria, Judit Timaffy: "Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. Ora è ricoverato con ustioni profonde sulla schiena".

Sempre dal racconto del console emergono particolari drammatici, raccolti dai sopravvissuti ancora sotto choc per quanto è accaduto. Poco dopo lo schianto l'autobus sul quale viaggiavano si è incendiato trasformandosi "in una trappola che subito ha preso fuoco".

La comitiva, che faceva ritorno in Ungheria dalla Francia, dove aveva trascorso una settimana bianca, si era fermata circa un'ora prima in una stazione di servizio. Poi erano ripartiti. "Molti - racconta ancora il console - mi hanno detto che avevano preso sonno e sono stati svegliati dall'impatto". Il risveglio è stato un incubo, tra urla, pianti, vetri rotti, lamiere e le fiamme che, in breve tempo, si sono "mangiate" l'intero mezzo. L'unica salvezza, purtroppo non per tutti, è stata rompere con tutta la forza possibile i finestrini per crearsi una disperata via di fuga, il più lontano possibile dal mostro di fuoco e lamiere.

Il console Timaffy ha lodato i soccorritori, che hanno agito con "umanità e forza" e si è tenuta in stretto contatto con le autorità del paese dell’Europa centrorientale.

Agghiaccianti le testimonianze raccolte dai soccorritori e dai media locali, che parlano di persone che "bruciavano ancora vive" e di "immagini terribili impossibili da dimenticare". "Si sentiva urlare - ha raccontato un camionista - le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio persone ancora vive, che bruciavano con il corpo in fiamme".

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