"Gli Schuetzen usano i no vax". Allerta in Alto Adige: "Possono diventare violenti"

Per Messner, dietro l'opposizione alla vaccinazione, ci sarebbero anche degli obiettivi politici. Le ombre sulla stagione invernale: così rischia di non iniziare neanche

"Gli Schuetzen usano i no vax". Allerta in Alto Adige: "Possono diventare violenti"

In Alto Adige i No vax sarebbero usati per fini politici da coloro che si sentono i custodi dell'identità sudtirolese. Ma la situazione tra quelle valli incantate è preoccupante: i contagi continuano ad aumentare. L’alpinista ed esploratore Reinhold Messner, 77 anni, è uno dei simboli dell’Alto Adige e conosce bene la realtà di quei posti. Proprio lui che è scrittore, ex parlamentare, ed è cresciuto nella valle dolomitica di Funes e residente tra il castello di Juval in Val Venosta e Merano.

Messner ha avuto paura di morire

Intervistato dal Messaggero, Messner ha asserito di essersi vaccinato e di aver avuto paura di morire durante il primo lockdown, anche a causa della sua età. “Ho scelto di isolarmi nel modo più assoluto. Quest'anno mi sono vaccinato appena ho potuto. Senza esitazioni. Non ho mai capito né capisco l'opposizione all'unica arma che abbiamo contro questo virus” ha ricordato. Anche Messner, che ha scalato le Dolomiti, l’Everest, è stato perfino in Antartide, ha temuto di morire per il Covid-19. Ma la sua speranza era che arrivasse presto un vaccino che riuscisse a proteggere gli esseri umani e li aiutasse a tornare alla loro vita: “In quei giorni, è stato molto difficile fermarsi. Per tutti e non solo per chi, come me, non è più giovanissimo. La paura di morire c'è stata. Aspettavo una protezione che mi permettesse di tornare a vivere all'aria aperta, a lavorare”. L’esploratore ha già fatto anche la terza dose, seguita da telecamere e stampa, un modo per dare il buon esempio e convincere chi è ancora scettico sui vaccini. Soprattutto in Alto Adige e ancor di più nella provincia di Bolzano, dove il numero dei contagi continua a salire.

Il problema nelle zone contadine e nelle valli

Ma secondo l’alpinista l’opposizione al vaccino non è da cercare nel passato, quando l’Italia aveva occupato il Sudtirolo trasformandolo in Alto Adige e imponendo la sua lingua madre. Anche se i numeri degli ultimi giorni sui contagiati lo avvicinano molto di più all’Austria e alla Germania, piuttosto che all’Italia. Messner ha spiegato in quali zone i No vax hanno più voce in capitolo:“In quelle contadine e nelle valli alpine. Dove abitano quasi esclusivamente persone di madrelingua tedesca. Noi abbiamo solo una vera città, Bolzano, e poche cittadine come Merano, Bressanone e Brunico. La maggioranza della popolazione vive nei piccoli o piccolissimi centri”. Ma c’è anche un uso politico dell’opposizione ai vaccini: “ Lo vediamo dalle posizioni degli Schuetzen, le milizie tradizionali che sfilano durante le feste e si sentono i custodi dell'identità sudtirolese. Hanno attaccato in maniera durissima il presidente della provincia Arno Kompatscher che esorta e esortava a vaccinarsi e hanno invitato alla ribellione sanitaria”.

Messner, che ha amici in entrambi i gruppi, sia quello italiano che quello tedesco, si è fatto un’idea del comportamento diverso che hanno nei confronti dei vaccini. “Gli italiani sono scettici, ma se li convinci ti seguono e si danno da fare. Ricordiamoci che quando l'Italia ha vietato il fumo nei locali pubblici ha dato un esempio all'Europa. In materia di vaccinazione è successo lo stesso”. Diverso invece l’atteggiamento dei popoli che parlano tedesco: “Il loro no al vaccino ha le stesse motivazioni avanzate dagli italiani o i francesi. Ma, in alcune situazioni, come questa, possono rifiutarsi in modo duro, profondo, irriducibile. È difficile convincerli e, in qualche caso, possono diventare anche violenti”. C’è la durezza della rivolta.

Un problema di egoismo

Ma il Covid ha dato un duro colpo anche al turismo e alla montagna. Un peso che si è sentito molto nel marzo del 2020. “Il primo anno è stato durissimo, nella scorsa estate siamo quasi tornati al livello pre-pandemia. E lo stesso è accaduto per alberghi, agriturismi e ristoranti. Sarebbe un dramma fermarsi di nuovo” ha ricordato Messner. E adesso l’Alto Adige, con i numeri che ha, rischia un nuovo stop. La stagione potrebbe non iniziare neanche.

Il perché i No vax non pensino a questa possibilità è presto spiegato dall’escursionista, secondo cui si tratta di “un problema di egoismo che può costare il posto di lavoro a chi si è fatto vaccinare. Un problema di egoismo anche nei confronti della propria comunità. Sono molto preoccupato un altro inverno senza sci e senza turismo per la mia terra e la mia gente sarebbe una vera tragedia”.

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