Se picchi la prof ti perdono

Se picchi la prof ti perdono

Professoresse di una volta. Due notizie oggi ce le fanno rimpiangere. La prima da Phoenix, in Arizona: Brittany Zamora, bionda solare, bellissima, ventisettenne, viene arrestata per aver perso la testa per un suo allievo tredicenne, al punto da fare sesso con lui. I genitori hanno scoperto tutto attraverso le fotografie e i messaggi nel cellulare del figlio. Brittany scriveva all'amato: «Ti vorrei ogni giorno senza limiti di tempo». La storia ricorda quella del «Diavolo in corpo» di Raymond Radiguet. Non manca, vista l'esuberanza del tredicenne nel quale io rivedo il me stesso di quell'età, il riferimento letterario, che trasfigura l'(ir)responsabilità penale. La stravaganza è nel fatto che il marito di Brittany ha cercato di evitare il carcere alla moglie chiamando il padre del ragazzino. Il padre, che evidentemente era stato un tredicenne diverso, ha chiamato invece la Polizia.

Altro episodio. Ad Alessandria, alcuni stupidi ragazzini hanno fatto esattamente l'opposto: hanno circondato una professoressa con un grave handicap fisico, l'hanno spodestata dalla cattedra, deridendola e insultandola. Teste di cazzo.

E, per di più, con genitori che, invece di rimproverarli, hanno tentato di giustificarli.

Morale: tu leghi, sevizi e insulti la professoressa e ti perdonano. Tu porti a letto un ragazzino voglioso e ti arrestano. Io a 13 anni ero come quel ragazzino. Sfortunatamente non ho incontrato Brittany.

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