L'S6 arriva da Murano. «Ogni volta che iniziamo un grande progetto facciamo dei viaggi d'ispirazione racconta Minhyouk Lee, vicepresidente Samsung e responsabile del Design team mobile communication Stavolta volevamo scoprire l'origine e la bellezza del vetro. Così abbiamo visitato le vetrerie, a dicembre 2013. Ci interessava scoprire come gioca la luce con il vetro. Siamo stati anche a Baccarat, nel sud-est della Francia. Da questi due viaggi derivano i colori brillanti, tra cui il verde smeraldo e il turchese».
Nella nuova sede di Milano del colosso sudcoreano, il «Diamantino», Mr. Lee parla a voce bassa. Eppure, con i suoi colleghi, sta contribuendo a scrivere la storia dei telefonini.
Dalla plastica dominante in passato al mix di vetro e metallo nell'S6. Che cos'è successo?
«Abbiamo ascoltato una voce dei consumatori insistente da tempo. Tante persone si chiedevano perché non ci fossero materiali più raffinati. Ecco perché per l'S6 abbiamo scelto questa rivoluzione: mettere sul mercato uno smartphone più durevole con un occhio al look».
Le curve dell'S6 Edge sono l'aspetto più intrigante. Come siete arrivati?
«Il nuovo modello ha un vetro spesso 0,4 mm, rispetto a quello piatto precedente di un millimetro circa. Oggi è più sottile ma è due o tre volte più potente. Il metodo usato per fare le curve si chiama termoformatura. Si inserisce il vetro tra due stampi, in cui viene riscaldato fino a 800°C per modellarlo secondo le specifiche di design. Sagomando il vetro in tre direzioni. si ottiene la curvatura richiesta».
Samsung parla di «project zero» per l'S6. Si torna alle origini per disorientare i rivali?
«Questo modello rappresenta la scelta su cui è stata
applicata una nuova filosofia. In realtà, ci stavamo preparando da tempo. L'S6 è il risultato della collaborazione fra ingegneri e designer. Per la prima volta, l'alta tecnologia e il top dell'estetica sono state messe insieme».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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