Sei pluripregiudicati intascavano indebitamente il reddito di cittadinanza. L’ennesimo caso è stato scoperto a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. I “furbetti” finiti nella rete, nell’ambito di questa nuova indagine penale, avrebbe percepito illecitamente circa 75mila euro di contributi dal 2019 ad oggi.
Il dato è stato accertato dai carabinieri di Palmi, finalizzata a riscontrare il possesso da parte dei requisiti previsti dalla normativa vigente di un nutrito numero di persone nei cui confronti erano emerse anomalie. Accusati di indebita percezione del reddito di cittadinanza, i sei sono stati tutti denunciati a piede libero dai carabinieri, con la successiva formale apertura di un'inchiesta penale all’autorità inquirente territorialmente competente.
I nuovi “furbetti” del reddito grillino sono possessori di pregiudizi penali, di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Dall’esame dei dati documentalmente acquisiti e riscontrati dai militari dell’Arma, è stato possibile riscontrare che i sei soggetti hanno volontariamente omesso di dichiarare di essere sottoposti a misure cautelari o di essere stati condannati alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Con questo “giochetto” sono riusciti nel tempo a percepire il sussidio in modo fraudolento, sottraendo denaro pubblico. Gli esiti dell’attività sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Palmi e all’Inps per procedere alla successiva necessaria interruzione dell’erogazione del sussidio.
Si tenterà, anche in questa circostanza, di recuperare le somme indebitamente percepite, anche se trattasi di ardua impresa, considerato che il più delle volte si ha a che fare con soggetti sprovvisti di reddito e beni intestati.
Solo alcuni giorni fa, come riportato su ilGiornale.it, dieci persone erano state denunciate a piede libero, sempre in Calabria, nel corso di una indagine istruita dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Anche in questa circostanza i finti poveri erano stati scoperti all’esito di mirati controlli effettuati dai carabinieri, condotti in sintonia con l’Inps. Ed in questa specifica circostanza illecitamente erano stati sottratti allo Stato circa 56.
000 euro, grazie a residenze fittizie, a percezione di redditi non dichiarati, ma anche a comunicazione di dati inerenti il nucleo familiare non rispondenti al vero. Informazioni omesse o alterate al solo scopo di ottenere indebitamente il sussidio, danneggiando così lo Stato.
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