Aveva denunciato il marito per maltrattamenti e atti sessuali violenti. Ma secondo il magistrato "i fatti carnali devono essere ridimensionati nella loro portata" perché ci sono delle volte in cui un uomo "si trova a dover vincere quel minimo di resistenze che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale", scrive il pm nella richiesta di archiviazione.
I fatti
Siamo a Benevento, nel 2021. Non ai tempi della "caccia alle streghe" ma a pochi giorni dall'approvazione del nuovo pacchetto di norme contro la violenza sulle donne. Eppure può accadare che un magistrato ricorra a un lessico che mal si confà alle battaglie per la parità sessuale e di ruolo degli ultimi anni. La storia, rilanciata sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, racconta di una burrascosa vicenda coniugale tra Maria e Paolo (nomi di fantasia). Ad aprile, Maria denuncia il marito per maltrattamenti e abusi sessuali. Sostiene di essere stata costretta dal coniuge ad avere rapporti intimi nonostante la ferma resistenza. La donna parla "di pressione esercitata dal marito che la faceva sentire obbligata ad avere rapporti sessuali con lui", rapporti che avrebbe subito "per non svegliare il figlio". Inoltre, in una circostanza specifica, sarebbe stata minacciata con una lama. La scena che viene descritta nella richiesta di archiviazione è questa: i due stanno per consumare la cena quando Paolo vede al tg un servizio sui femminicidi. "Paolo prende "il coltello con cui stava tagliando il pane - mette nero su bianco la pm - e lo punta al collo della moglie dicendo che prima o poi sarebbe stato menzionato lui al telegiornale". Per il magistrato quel gesto - "per quanto di cattivo gusto", precisa - sarebbe stato "compiuto per scherzo". A suffragio di questa tesi ci sarebbe una chat intercorsa tra marito e moglie. "In momenti di rabbia si dicono tante cose che non si pensano, - scrive Paolo in un messaggio inviato a Maria - per tutte le altre cose io ho sempre scherzato, infatti tu mi rispondevi che saresti uscita prima tu al Tg". Da qui la logica conclusione della pm: "tenuto conto del contesto in cui è avvenuto, ossia, la preparazione familiare della cena di una festa, dinanzi a testimoni", Paolo scherzava. Quindi è Maria ad aver frainteso?
"Un uomo amante della materia"
Evidentemente sì, Maria non ha colto l'ilarità del momento. Così come - a detta del magistrato - deve aver mal interpretato gli approcci sessuali insistenti del marito. "I fatti carnali devono essere ridimensionati nella loro portata, non avendo la stessa descritto espressioni di minaccia o di costrizione fisica, né di abuso di autorità", scrive la pm. Maria meditava il divorzio: "Non nutrendo più i sentimenti e la stima di un tempo nei confronti del marito, - contestualizza il magistrato - non era più incline a congiungersi con lui ma per motivi che ella stessa sostiene non avrebbe avuto il coraggio di esprimere". E dunque: "Considerato la sussistenza di un rapporto di coniugio, appare arduo sostenere che sia provata la consapevolezza in capo" al marito "della non consensualità al rapporto sessuale, considerato anche comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito, particolarmente amante della materia, tenta un approccio sessuale". In buona sostanza, la condotta di Paolo è dettata da circostanze sfavorevoli.
Secondo la pm non ci sarebbero neanche le prove dei maltrattamenti sui figli, iI padre potrebbe aver ecceduto "nell'uso dei mezzi di correzione", è un'altra conclusione a cui giunge il magistrato. In attesa di far luce sull'intricata vicenda, Michele Sarno, il rappresentante legale della donna, ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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