La sentenza pro Lgbt: "Sì alla pensione di reversibilità per le coppie gay"

Il tribunale di Foggia riconosce alle coppie gay il diritto all'assegno. E condanna l'Inps a pagare il "risarcimento"

La sentenza pro Lgbt: "Sì alla pensione di reversibilità per le coppie gay"

La sentenza è storica: il tribunale di Foggia ha riconosciuto la pensione di reversibilità anche alle coppie omosessuali. Infatti, le coppie gay che hanno subito un danno economico prima del 2016 – ovvero prima dell'approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili, che di fatto ha dato loro modo di vedersi riconosciuta l'esistenza di una relazione affettiva – da adesso in poi potranno fare richiesta per ottenere l'assegno e l'eventuale "risarcimento".

Lo ha statuito il palazzo di giustizia foggiano, riconoscente a una donna (partner "superstite" di una coppia gay) il diritto al trattamento pensionistico di reversibilità con effetto peraltro retroattivo.

Ma non è tutto. La toga, riconoscendo il diritto, ha di rimbalzo condannato l'Inps a pagare l'assegno di reversibilità al soggetto ancora in vita: la compagna perse invece la via nel 2011, cinque anni prima che la "legge Cirinnà" venisse approvata dal Parlamento sotto l'allora governo di Matteo Renzi.

Come riportato dal Corriere della Sera, il tribunale della città del Tavoliere era stato chiamato ad esprimersi sulla relazione di due donne foggiane. E il giudice ne ha riconosciuto il diritto, di fatto equiparando le coppie omosessuali a quelle cosiddette "tradizionali", per le quali l'assegno di reversibilità esiste dal 1939, quando fu introdotto nella legislazione italiana attraverso decreto regio.

Quella di oggi, annullando a tal proposito la distinzione fra coppie eterosessuali e coppie omosessuali, è una sentenza storica che fa giurisprudenza. E e che fa esultare la comunità arcobaleno del mondo Lgbt italiano.

Che cosa è la pensione di reversibilità

La pensione di reversibilità, secondo l’ordinamento italiano, è quella quota parte della pensione complessiva che spetta ad uno dei due coniugi al sopraggiungere della morte dell'altro.

Venne introdotta nel Belpaese tramite regio decreto legge 14 aprile 1939 come misura di tutela delle donne che non avessero una pensione propria e che, alla morte del coniuge, restavano prive di un reddito minimo. In aggiunta, nel secondo dopoguerra diverse sentenze della Corte costituzionale hanno annullato leggi che negavano la reversibilità in base alla differenza di età tra i coniugi e alla durata del matrimonio.

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