Sesso tra le sbarre, incinta una detenuta del carcere di Bollate

È la terza volta in cinque anni che succede e i precedenti non riguardano solo detenute, ma anche un'educatrice

Sesso tra le sbarre, incinta una detenuta del carcere di Bollate

La gravidanza è stata scoperta dopo un malore della donna e la denuncia è arrivata dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che ha chiesto al ministro della Giustizia Andrea Orlando ed il capo dell'amministrazione penitenziaria Santi Consolo di disporre una immediata inchiesta ministeriale che chiarisca come ciò sia potuto accadere.

Protagonista, una detenuta serba di 30 anni, in carcere per i reati di riduzione in stato di schiavitù e lesioni che le sono costati una condanna fino al 2040. Il concepimento è avvenuto quest'estate, durante un incontro con il marito, evidentemente non sorvegliato dalle guardie in maniera adeguata. La stagione estiva infatti, a causa delle ferie, è quella in cui gli istituti penitenziari soffrono maggiormente la carenza di personale.

Il fatto è avvenuto nel carcere di Bollate, a Milano, ed è solo l'ultimo di 3 casi di gravidanza avvenuti nell'istituto penitenziario negli ultimi 5 anni.

Duro il commento di Donato Capece, segretario del Sappe: "È normale che una detenuta o un detenuto (ma anche un'educatrice carceraria…) possa diventare genitore a seguito di un rapporto sessuale consumato furtivamente tra le sbarre, favorito dal regime penitenziario 'aperto' che limita al massimo i controlli di polizia anche durante i colloqui nell area?"

Ma il ragionamento che fa riguarda anche un altro aspetto, legato alla sicurezza del carcere: "Se anziché

una gravidanza si fosse posto in essere un reato?". Una domanda che aspetta risposta da chi ha a carico la responsabilità delle strutture detentive e l'incolumità di chi le abita, per costrizione o per necessità lavorativa.

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