“We welcome migrants, we are all migrants”. È lo slogan impresso sulla t-shirt scelta dal sindaco di Messina, l’anarchico Renato Accorinti, per contestare Donald Trump.
“Trump, peace, not war!” ha urlato il primo cittadino ai big del G7 che, al termine del concerto della Filarmonica di Milano, stavano lasciando il Teatro Greco di Taormina.
Accorinti, animatore della manifestazione “No G7”, ha sottolineato ad AdnKronos la necessità di riaffermare “il diritto per ogni persona in ogni parte del mondo a migrare in maniera sicura e con piena dignità e a vivere pienamente e liberamente la propria vita dovunque voglia”.
Il destinatario dello “sfogo” del sindaco era, ovviamente, il presidente Usa. Il leader che ha fissato al centro dei negoziati del summit il diritto sovrano di ogni Stato di chiudere i confini. “Pur sostenendo i diritti umani dei migranti e rifugiati”, si legge nella bozza finale del vertice, “riaffermiamo i diritti sovrani degli Stati di controllare i loro confini e fissare chiari limiti ai livelli netti di immigrazione, come elementi chiave della loro sicurezza nazionale e del loro benessere economico”.
Conclusioni che non sono piaciute al sindaco di Messina secondo cui “siamo tutti migranti”.
Insoddisfatto, come la cancelliera Angela Merkel, anche dell’epilogo sui cambiamenti climatici, con gli Usa che decideranno il da farsi “la prossima settimana”, Accorinti ha ricordato: “La necessità di uno sforzo comune per risolvere davvero le minacce derivanti dai cambiamenti climatici e tutti i disastri ambientali che la nostra società sta producendo”.
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