Alla fine l'ha spuntata lei, Mella Cristina Almici, sindaco di Bagnolo, un piccolo paesino bresciano. Il prefetto alla fine ha dovuto cedere e annullare il trasferimento di profughi.
Gli immigrati sarebbero dovuti andare ad occupare un immobile messo a disposizione da un privato, ma il sindaco si è messo di traverso. "Un'iniziativa davanti alla quale abbiamo manifestato immediatamente la nostra più totale opposizione - ha detto il sindaco - l'edificio in questione non era altro che un capannone industriale che si trova nella nostra campagna e volevamo evitare di trasformare un angolo verde del nostro territorio in una sorta di valvola di sfogo destinata a rappresentare una soluzione a problemi che da nessun'altra parte trovavano risposta". Così ha fatto sapere al prefetto che nel suo comune a queste condizioni non avrebbe messo piede nessun profugo.
"Non era stato prospettato neppure il numero preciso dei rifugiati che avrebbero potuto trovare ospitalità - ha aggiunto - Inizialmente si è parlato di sei persone ma, viste le dimensioni del capannone e l'intenzione di far fronte all'emergenza, i possibili arrivi avrebbero potuto essere ben più numerosi, rendendo più che giustificate le preoccupazioni con le quali la comunità ha accolto la notizia del possibile
arrivo di stranieri".Un precedente che potrebbe far sperare i sindaci italiani che da mesi lamentano l'impossibilità ad accogliere nuovi migranti e il disagio per i loro cittadini creato da questa situazione.
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