La sinistra odia Renzi (e non solo) perché osa dissentire

La campagna di odio contro Matteo Renzi, pesantissima anche per i canoni italiani, fino alla minaccia di assaltare le sedi del suo partito e alla pubblicazione del suo estratto conto, ci dice che il pericolo fascista in Italia esiste. Ma che sta a sinistra

La sinistra odia Renzi (e non solo) perché osa dissentire

La campagna di odio contro Matteo Renzi, pesantissima anche per i canoni italiani, fino alla minaccia di assaltare le sedi del suo partito e alla pubblicazione del suo estratto conto, ci dice che il pericolo fascista in Italia esiste. Ma che sta a sinistra.

A voler circondare le sedi di Italia viva non sono infatti quelli di Forza nuova ma quelli del Pd e a perseguitare Renzi non è un giornale sovranista ma quello di Travaglio. Perché la sinistra odia Renzi persino di più di quanto non detesti Salvini e Meloni. I progressisti si riempiono la bocca della parola «odio», lo vedono ad ogni angolo, si sono inventati pure la fattispecie di «crimine» e ne istituiscono commissioni che dovrebbe combatterlo, ma, lo sappiamo, lo praticano e in qualche misura l'hanno pure inventato.

Senza risalire a Robespierre e alla Rivoluzione Francese, Lenin invitava ad odiare il borghese e soleva dire che chi non è capace di odiare il nemico non può neppure amare la rivoluzione. Odio che, ovviamente, la sinistra ha messo in pratica tutte le volte che è assurta al potere con la violenza. Altro quindi che la Bestia, altro che i social, che certo hanno diffuso e amplificato, un sentimento però presente fin dalle origini. L'elemento interessante, confermato ancora una volta dal caso Renzi, è che la sinistra non odia solo il nemico: odia, ancora di più di quello, chi fuoriesce dalla sua chiesa, o che è accusato di farlo.

Anche qui la storia del comunismo è piena di sanguinosi regolamenti di conti tra compagni, fino al famoso piccone che spaccò la calotta cranica di Trostky. La sinistra odia i propri eretici prima di tutto perché la sua ideologia è una religione secolarizzata: e chi la metta in discussione minaccia la verità, quindi deve andare al rogo. Inoltre, come ci spiegano i neuro-scienziati, l'odio scatta quando il cervello subisce un trauma e si sente minacciato: e di traumi Renzi ne ha inferti alla sinistra. Per un cervello impaurito chi è più vicino è più pericoloso di chi è lontano: e sospettato di tramare con il nemico, come si è visto in occasione della bocciatura del ddl Zan. Accanto a questo elemento classico, per cosi dire, c'è la novità: che l'odierna sinistra è assai più moralista di quanto non fosse quella storica.

Questa possedeva una visione politica, anzi iper politica, della vita, l'odierna sinistra ne dà una lettura essenzialmente moralistica. La sinistra è il campo dei buoni, la destra quella dei cattivi, poi ci sono i traditori, come appunto Renzi. Che va perciò odiato in modo più viscerale degli altri.

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