Sentire il ministro della Sanità Roberto Speranza, ex Pd ora Sel, dire che il centrodestra mette avanti interessi di parte rispetto a quelli del Paese perché vuole chiarezza sui verbali secretati che contengono la verità sulla gestione dell'emergenza Covid, è cosa che fa venire il voltastomaco. Primo, perché la verità è interesse del Paese; secondo, perché, a parti inverse, lui cosa avrebbe fatto? La risposta è semplice e ben documentata. La sinistra, di cui lui è stato ed è dirigente, quando si è trovata all'opposizione negli ultimi venticinque anni ha messo avanti i suoi interessi a quelli del Paese in modo metodico, ossessivo e, pur di farlo, ha mentito, ingannato e violato persino le leggi.
Non ho nulla di personale contro il ministro, ma non faccia il verginello con gli italiani. Appartiene a una storia di opposizione feroce, i suoi nonni politici tifavano e brigavano con i nemici militari della libertà, dell'Italia e dell'Occidente. Una volta i comunisti rispondevano colpo su colpo nel merito, oggi si atteggiano a mammolette innocenti: «Ma Salvini come si permette di dire...». Ministro, le sfugge che Salvini è il leader dell'opposizione e fa il suo lavoro, bene o male lo giudicheranno gli elettori, ma quello è comunque il suo lavoro. Se ne faccia una ragione, ministro: in democrazia esiste l'opposizione che, a volte, le spara grosse esattamente come voi, che siete maggioranza. Cosa pretende, ministro Speranza, di stare su un ring dove le dà ma è vietato che qualcuno gliele dia?
Purtroppo Speranza fa parte di quell'Italia fondata sull'inganno, per intenderci l'Italia dei De Benedetti, che, non a caso, si vanta di essere stato la tessera numero uno del Pd. Un dispensatore di tangenti tessera numero uno del partito più giustizialista e moralista del Paese, ecco come stanno le cose, al di là della propaganda e dei retorici piagnistei di Speranza.
Da oggi vi racconteremo a puntate ciò che nessuno ha mai osato scrivere in modo organico su Carlo De Benedetti, così sarà più chiaro cosa è stata la sinistra italiana negli ultimi trent'anni. Partiamo dall'inizio, da Tangentopoli, e da come De Benedetti le tangenti non le incassava, ma le pagava (anche alla sinistra). Alla fine vedremo chi sono i galantuomini e chi gli imbroglioni.
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