Alcuni farmaci antinfiammatori, specialmente quelli non steroidei (Fans), se presi nelle prime fasi del Covid-19 riuscirebbero a ridurre fino al 90% il rischio ospedalizzazione. È il risultato ottenuto dopo due anni e mezzo di studi e appena pubblicato sulla rivista scientifica più importante al mondo, The Lancet Infectious Diseases, con il titolo "La casa come nuova frontiera per la cura del Covid-19: il caso degli antinfiammatori". Adesso si sa: a uccidere le persone e provocare gravi forme di malattia è l'infiammazione che il virus si porta dietro e che crea uno sconquasso nell'organismo. Alla notizia, i soliti no-vax sono usciti allo scoperto attaccando virologi, medici ed epidemiologi.
Le proteste no-vax
Perché mai c'è questa assurda protesta sul web? "Ve l'avevamo detto, non ci avete dato ascolto", è uno dei cori che circola sulla pagina Facebook IppocrateOrg. "Quando lo dicemmo noi il 4 maggio del 2020 eravamo ciarlatani. Quando andammo a dirlo al Senato più di un anno fa eravamo guru che curavano con zenzero e liquirizia. Fin dall'inizio dicemmo che con una terapia precoce adeguata e personalizzata non vi sarebbe stato alcun decesso", si legge in un post di poche ore fa. Mentre i no-vax che invocavano cure con farmaci esistenti lo affermavano sulla base del nulla, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che determinate medicine possono (attenzione) ridurre l'infiammazione, e non curare il Covid, soltanto pochi giorni fa e dopo due anni e mezzo di lavoro e ricerca.
Gli errori di chi non capisce
L'unica cura farmacologica approvata contro il coronavirus è quella a base di Paxlovid (Pfizer) e soltanto se viene preso tempestivamente, troppi giorni dopo non ha più alcun effetto. I farmaci non steroidei, che sono stati messi in commercio per altre malattie, non curano il Covid ma possono spegnere la tempesta citochinica che può colpire varie parti dell'organismo. Due anni fa, un anno fa, sei mesi fa, tutto questo non si sapeva. Scienza e medicina compiono passi da gigante ma non possono farlo in un giorno. Assurdo, quindi, leggere gli sproloqui di gente che su Twitter sale sul carro dei vincitori. "Per due anni, noi pionieri delle cure domiciliari, che prescrivevamo antinfiammatori e antibiotici, vi abbiamo implorato di ascoltarci e ci avete derisi e infangati", è il commento di un medico radiato. Ma l'odio non è finito qui: "Il resto lo farà la giustizia divina", chiedendo addirittura che Speranza e i virologi vengano sottoposti a pena di morte.
La risposta scientifica
In uno dei passaggi dello studio si legge che dal momento che i sintomi da lievi a moderati di Covid-19 potrebbero "riflettere un'eccessiva risposta infiammatoria sottostante all'infezione virale, l'uso di farmaci antinfiammatori nella comunità durante la fase iniziale di Covid-19 sembra essere una valida opzione terapeutica. Tuttavia, la terapia antinfiammatoria per la gestione domiciliare delle persone con Covid-19 continua a essere oggetto di dibattito, in termini di efficacia e possibili importanti effetti collaterali". Un'altra domanda da fare a certi no vax sarebbe: perché gli effetti collaterali dei farmaci già esistenti (non per il virus) non spaventano mentre si pone l'accento, sempre, sugli effetti collaterali (praticamente inesistenti) dei vaccini creati apposta per il Covid?
Perché non parlano dei vaccini
Insomma, loro lo avevano detto: perché tutto il mondo non li ha ascoltati? Perché in Italia e in ogni Paese mondiale le cure con i farmaci non steroidei non venivano prese in considerazione? Due risposte facili: nessuna evidenza scientifica e perché sono efficaci "nelle forme lievi e moderate di Covid" contro gli accessi al pronto soccorso. Sars-CoV-2, due anni e mezzo fa, era molto più aggressivo e mortale di oggi che è mutato grazie all'opera dei vaccini e all'adattamento del virus per sopravvivere. Oggi le ospedalizzazioni sono scese grazie alle nuove cure ma anche grazie a una minor pericolosità di Omicron. E poi, perché i no-vax invocano terapie antinfiammatorie create per altre patologie e non i vaccini che hanno evitato decine di migliaia di morti soltanto in Italia? Perché costringersi a curarsi se si può prevenire la malattia con l'Rna messaggero, la vera rivoluzione degli ultimi anni?
"Arriviamo a una normalità"
"Oggi sapere che alcuni antifiammatori possono ridurre del 90% i ricoveri significa arrivare a una normalità e a una migliore terapia ma era l'atteso, conoscendo meglio l'infezione da coronavirus oggi riusciamo a curare molto meglio e tempestivamente", ha affermato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a SkyTg24. Oggi, dopo due anni e mezzo, è giusto che cambino le linee guida perché c'è una base scientifica.
Se gli antinfiammatori sono molto efficaci contro i ricoveri, perché molti medici di base continuano a prescirevere la tachipirina? "La stragrande maggioranza dei nostri medici oggi utilizza antinfiammatori, diversamente da quanto accadaeva nella prima fase quando veniva considerata la tachipirina e poi - ha ricordato Sileri - è nata tutta quella polemica sulla tachipirina e la 'vigile attesa'..."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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