Il sogno degli Stati Uniti Ue difesi da un esercito comune

L'analisi di Berlusconi: "Europa impotente di fronte a scenari tragici come quello dell'Afghanistan"

Il sogno degli Stati Uniti Ue difesi da un esercito comune

Per gli Stati europei «il problema è fra l'essere uniti o scomparire». Lo scriveva nel 1954 un grande statista liberale e cattolico come Luigi Einaudi. Intuizione profetica la sua così sembrò allora , ma che appare oggi drammaticamente attuale e profondamente vera di fronte ai nuovi scenari internazionali che anche la crisi afghana fa presagire e temere. Noi che, come lui, siamo liberali e cristiani, proprio per questo siamo convintamente e profondamente europeisti. L'Europeismo, come il Liberalismo, il Cristianesimo, il Garantismo, è uno dei quattro principi, complementari fra loro, sui quali si fonda il progetto di Forza Italia.
Ho già spiegato negli articoli precedenti che a tenere insieme questi quattro aggettivi c'è un concetto fondamentale: la centralità, anzi la sacralità della persona, che è per sua natura portatrice di diritti di libertà.
Quest'idea di persona si fonda su due grandi eredità spirituali e culturali, quella greco-romana e quella giudaico-cristiana. È proprio nell'incontro fra queste due grandi tradizioni che affonda le sue radici quella che intendiamo come civiltà europea.
Nella storia dell'uomo sono nate tante altre grandi culture e grandi civiltà, che meritano profondo rispetto e hanno dato frutti straordinari. C'è però un aspetto che distingue quella europea da tutte le altre. Un aspetto che, ovviamente, non ha nulla a che fare con l'etnia o il colore della pelle. Anzi, la differenza è proprio questa: è stata la cultura europea a maturare il concetto dei diritti della persona, di libertà e di uguaglianza fra gli esseri umani e a dare diffusione universale a questi principi.
La grande tradizione giudaico-cristiana e greco-romana, le straordinarie realizzazioni filosofiche, letterarie, artistiche del medioevo, il progressivo affermarsi dello stato di diritto e delle garanzie dalla Magna Charta ad oggi, la crescita della democrazia parlamentare a partire dalla gloriosa Rivoluzione inglese sono la storia e le radici comuni di tutti gli europei.
L'Europa è quella di Dante, di Goethe, di Shakespeare, di Cervantes, è quella delle grandi cattedrali, simbolo dell'unità cristiana del medioevo, Notre Dame, Canterbury, Colonia, Santiago di Compostela, il nostro meraviglioso Duomo di Milano. L'Europa è democrazia liberale, stato di diritto, uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, società libera e aperta. Tutto questo è l'identità europea.
Un'identità che è e dev'essere alla base del processo di integrazione europea, per consentire all'Europa di tornare a svolgere un ruolo attivo nel mondo, attraverso un'unica politica estera, supportata da uno strumento militare comune, quindi un esercito europeo di dimensioni credibili, tecnologicamente avanzato e in condizione di operare sotto la guida di un'unica autorità politica europea.
Non c'è dubbio che in questi settant'anni il sogno europeo abbia compiuto passi avanti straordinari. Considero profondamente emozionante l'idea di poter attraversare, senza neppure esibire un passaporto, confini sui quali fino al 1945 intere generazioni di giovani europei hanno versato il loro sangue armati gli uni contro gli altri. Così come è un'emozione altrettanto grande poter varcare liberamente, con una semplice passeggiata a piedi, la Porta di Brandeburgo a Berlino, il simbolo del Muro e della Cortina di Ferro che fino al 1989 hanno tenuto metà dei popoli europei sotto il giogo comunista, lontani dalla libertà. Ma l'Europa di oggi è ancora molto lontana da quella dei sogni dei padri fondatori e adesso con il ritiro di Angela Merkel rischia anche un preoccupante vuoto di leadership politiche autorevoli.
Noi conserviamo il sogno degli Stati Uniti d'Europa e vogliamo anzi farne un obbiettivo concreto, cioè un modello di Europa basato su un profondo rispetto per l'identità dei singoli Stati, ma con una unica e forte guida politica negli scenari mondiali, espressione del consenso dei popoli d'Europa. Non un super-Stato burocratico e centralista, ma un grande spazio di libertà, basato sul principio di sussidiarietà, come indicato del resto nella carta dei valori del Ppe. Quella carta dei valori che Forza Italia ha fatto integralmente propria e che sono stato incaricato di riscrivere e di aggiornare in occasione del Congresso di Roma dei Popolari Europei nel 2006.
Queste contraddizioni e questi limiti del resto si riscontrano proprio nelle vicende dell'attualità internazionale. Da un lato abbiamo avuto un'Europa solidale e attiva di fronte alla crisi determinata dalla pandemia. Senza le risorse europee del Recovery Fund la ripartenza per Paesi come l'Italia sarebbe stata estremamente difficile. Ho verificato in questi mesi, con Antonio Tajani al Parlamento Europeo e soprattutto attraverso contatti diretti con diversi leader europei, la disponibilità a dare una risposta comune alla più grave emergenza del dopoguerra e non ho fatto fatica a convincere molti governanti amici ad adottare un atteggiamento positivo verso l'Italia in questa fase drammatica.
Ma, al tempo stesso, l'Europa si è dimostrata drammaticamente impotente di fronte a scenari tragici come quello dell'Afghanistan, nel quale abbiamo solo potuto prendere atto degli errori di diverse amministrazioni americane, senza avere né la capacità, né la forza politica, né lo strumento militare per svolgere un ruolo autonomo e attivo. Certo, il mantenimento di una stretta alleanza con gli Usa, ma anche un ritrovato rapporto con la Russia - recuperando lo spirito di Pratica di Mare dovranno essere le costanti per il futuro, per fronteggiare e resistere alla sfida globale della Cina, ma non possiamo più immaginare di delegare le scelte di politica estera e di sicurezza e la loro attuazione soltanto agli Stati Uniti. Del resto, gli europei nel 1950 erano il 21.7% della popolazione mondiale. Nel 2000 sono scesi al 12.2%. Basterebbe questo dato demografico a spiegare perché solo unita l'Europa può sperare di avere un ruolo da protagonista nel mondo.
Questa è l'Europa che noi sogniamo. L'espressione dei nostri interessi, dei nostri valori, della nostra libertà. Senza dimenticare che le 12 stelle in campo azzurro che costituiscono la bandiera europea non sono di per sé un simbolo religioso, ma sono ispirate all'immagine di Maria. Perché le nostre radici cristiane e il loro messaggio di libertà e di sacralità della persona sono le basi della nostra Europa.


Approfondiremo nel prossimo articolo l'altro principio, quello del Garantismo, che completa l'identità politica di Forza Italia. Libertà, Cristianesimo, Europeismo e Garantismo, insieme, sono i quattro principi fondanti che fanno di Forza Italia un soggetto politico unico e insostituibile nella storia del nostro Paese.

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