"Spediamo i migranti in Ruanda", Biden smentito e Meloni: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: le dichiarazioni di Biden corrette dalla Casa Bianca, il consiglio dei ministri e Netflix

"Spediamo i migranti in Ruanda", Biden smentito e Meloni: quindi, oggi...

- Il Corriere fa un pezzo sulla norma anti-rave. Lo spaccia come un articolo equilibrato, di analisi costituzionale, però intervista solo un costituzionalista schierato mani e piedi contro il decreto. Tutto legittimo, anche per un giornale che non si definisce “di opinione”. Però il giurista intervistato non crede nemmeno che il dl sia modificabile in Parlamento: “Sarebbe più facile azzerare”. Guarda caso è proprio la strategia del Pd.

- Biden lancia l’allarme sulle elezioni di midterm: “È in gioco la democrazia”. Questa dichiarazione, e il fatto che i nostri giornalisti l’abbiano riportata pari pari senza criticarla, dimostra il rispetto che hanno da quelle parti (intendo a sinistra) del voto popolare: è democrazia solo se voti per i dem, altrimenti “è a rischio” chissà cosa. Vi pare normale?

- Interessante pezzo di Lucio Caracciolo sulle sfide che aspettano Meloni in Europa. Sintetizzo: Giorgia cercherà di insinuarsi nello spazio creatosi nell’ex asse franco-tedesco, ma rischia l’osso del collo. Berlino ha deciso che da questa guerra e da questa crisi intende salvarsi da solo (no price cap, 100miliardi di riarmo, 200miliardi di aiuti alle bollette, viaggio in Cina). Avrei solo aggiunto una cosetta: quello che è sempre stato raccontato come l’anti-europeismo della destra italiana, altro non era che una critica a “questa” Europa, ovvero quella in cui due Paesi (Francia e Germania) impongono il loro gioco. E quando non funziona, vanno per i fatti loro. Altro che Orban.

- clamorosa polemica in Germania, dove un ciclista di 44 anni è morto dopo un incidente stradale. I soccorsi sono arrivati, ma uno dei mezzi speciali dei vigili del fuoco - che poteva servire a rimuovere la betoniera che schiacciava la vittima - pare sia rimasta bloccata a causa di una protesta degli ambientalisti. Avete presente quelli che bloccano le strade? Ecco. Di questo parliamo. Ci deve scappare il morto prima che questi ragazzetti si rendano conto che non serve a niente okkupare le strade nella speranza di salvare il pianeta?

- Alessandra Ghisleri, una che di sondaggi se ne intende, sostiene che quattro italiani su dieci stiano al gianco di Giorgia Meloni. Mica pochi, considerato che non è un premier “istituzionale” (stile Draghi) ma il primo vero politico a Palazzo Chigi dai tempi di Renzi. I democratici continuino pure a sbraitare, se vogliono. Questi sono i risultati.

- Di quegli scemotti che hanno imbrattato un'opera d'arte in Italia neppure parlo. Ho già detto che il modo migliore per vederli sparire è ignorarli.

- Netflix ormai è il regno del politicamente corretto, al punto che a uno vien voglia di recidere il contratto. Vi spiego: nei giorni scorsi è stata lanciata dalla piattaforma la nuova serie tv dedicata al caso Dahmer, il mostro cannibale che a Milwaukee uccise 17 persone tra gli anni ’70 e ’90. Dahmer era gay. Come gay erano le sue vittime. Quindi all’inizio Netflix aveva apposto l’etichetta LGBTQ+ alla serie, poi però l’ha rimossa perché si tratta di “una storia sconvolgente”, dunque guai ad avvicinarla al mondo arcobaleno. Che infatti si era sentito offeso (poverini). L’autore della serie s’è infuriato, e fa bene. Anche se io toglierei del tutto il tag LGBTQ+.

- Vorrei far notare ai colleghi cronisti sportivi, che l’Europa League non diventa “più bella” solo perché ci sono finiti la Juve, il Barcellona e il Manchester United. Se sono lì, vuol dire che sono più scarse delle altre. Il livello era e resta lo stesso: sono le grandi squadre citate, quest’anno, a fare più schifo.

- Vittorio Sgarbi dice che San Siro non si tocca? Ok, va bene. Però allora trovate un altro posto per fare uno o due stadi per Milan e Inter. Il Meazza se lo tengano pure il Comune o lo Stato se lo considerano un’opera d’arte. Al calcio serve business, non monumenti.

- Non passa giorno che Biden non ne combina una. Solo che in Italia praticamente non lo sa nessuno perché le sue gaffe, a differenza di quelle di Biden, passano sempre sotto traccia. Fatto sta che ieri in una sua dichiarazione il presidente Usa ha detto che gli Stati Uniti “libereranno presto l’Iran”, frase che rischia di travolgere mezzo mondo. La Casa Bianca è dovuta correre ai ripari, sottolineando che Biden voleva solo mostrarsi solidale ai chi protesta e che “sta al popolo iraniano determinare il loro futuro”. Non agli Usa. Ma ormai mi sa che sono pochi quelli che prendono Joe sul serio.

- Domani in piazza con Calenda, Renzi, Casini e Cottarelli ci sarà anche Letizia Moratti. Dubito, sarò sincero, che questa grande accozzaglia possa convincere gli italiani a votare per loro. Ma magari mi sbaglio.

- Tino Oldani su Italia Oggi racconta la strategia “migranti zero” della democratica Danimarca, guidata da un premier socialdemocratico: per prima cosa, i danesi intendono trasferire gli immigrati in Ruanda. Poi affitteranno in Kosovo delle carceri per rinchiuderci i migranti che delinquono. E infine vogliono ritirare il permesso di soggiorno col diritto d’asilo a quegli stranieri che, accolti in passato per un valido motivo, provengono da un Paese non più in guerra e dove la situazione va migliorando. Insomma: loro fratelli danesi fanno peggio di Salvini, e la sinistra sta qui a lamentarsi del decreto Piantedosi?

- La premier Fredericksen apprezza anche l'idea di costruire degli hub per i richiedenti asilo da costruire in Nord Africa e in Medio

Oriente. Ci sta lavorando. Si tratta della stessa identica proposta avanzata da Giorgia Meloni. Qui il Pd è subito insorto, peccato però che i dem stiano nella stessa famiglia europea della Fredericksen. Nulla da ridire?

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