Lo sport parlato è migliore di quello praticato

Gol, processi, moviole, tutti promossi ma troppa sudditanza con le big. E l'astinenza ci rende già nervosi...

Lo sport parlato è migliore di quello praticato

D urante il periodo natalizio, che peraltro dura più di dieci giorni, ciò che manca maggiormente è lo sport, in particolare il calcio, che domina in tutte le stagioni, perfino d'estate, quando infuria il mercato dei giocatori suscitando aspettative nel popolo dei tifosi. Il dramma diventa tragedia fra il 22 dicembre e l'Epifania; oltre alle partite, che ci consentono di santificare dignitosamente le domeniche (e non solo), vengono sospese le trasmissioni televisive dedicate alle pedate. Cosicché le giornate trascorrono pigre e vuote, non offrendo alimento alla nostra passione pallonara.Per ingannare il tempo siamo indotti ad abbandonarci alla perversione del gioco delle carte con i familiari, più antipatici degli arbitri che aiutano sempre le squadre avversarie della nostra. Per essere sinceri, i programmi dedicati al football qualche volta ci stanno sul gozzo, perché privilegiano i club metropolitani (che hanno numerosi aficionados), ma allorché essi spariscono dai palinsesti causa interruzione del campionato, li rimpiangiamo.Non c'è nulla di più divertente che affondare in poltrona e godersi i servizi dedicati agli incontri, con tanto di gol, di moviole e interviste. Non ne perdiamo mai uno. Novantesimo minuto, condotto da Paola Ferrari e Marco Mazzocchi, è fondamentale: aggiorna su ogni avvenimento calcistico pomeridiano, non ne puoi fare a meno. Antico quanto il telegiornale, è un appuntamento tradizionale. Va in onda da sempre e non delude. Ha un ritmo sostenuto e non trascura un match. Ferrari e Mazzocchi sono del mestiere e ci sanno fare. Meritano un volto alto: 8.Inutile dire che Sky sta al calcio come l'Osservatore Romano sta al Vaticano. Diretta gol è un gioiello. Informazione battente e collegamenti con i campi su cui succede qualcosa: reti, rigori, occasioni sfumate. È una droga. Voto: 9. Sorvoliamo sulle telecronache di tutte le partite: ne scegli una, quella che preferisci, ed è come essere allo stadio, anzi meglio, non prendi freddo e hai caffè e birra a portata di mano. Oddio, alcuni commentatori lasciano a desiderare, non sono imparziali e hanno un linguaggio approssimativo. Ma nella vita non si può avere tutto. Voto: 8.Le chiacchiere tra gli ospiti in studio sono affidate a gente qualificata, ex giocatori raramente sprovveduti. Preferivamo quale coordinatrice Ilaria D'Amico (9), ma ora aspetta un bambino e ha temporaneamente rinunciato alle telecamere. La rivogliamo presto. La gara in notturna della domenica, che di norma chiude il turno del torneo, crediamo sia la più seguita. Comunque assai gradita perché produce effetti digestivi. Qui il voto dipende dalle prestazioni delle squadre, quindi ci asteniamo dal giudizio, naturalmente variabile.Prima del ritiro in branda è obbligatorio dare un'occhiata alla Domenica sportiva, altro programma storico della Rai, amato dall'epoca di Enzo Tortora, attualmente condotto da Alessandro Antinelli (uno spilungone disinvolto e preparato) e da Giusy Versace (che ha imparato in fretta la professione, ed è pure carina) i quali si avvalgono della collaborazione di due personaggi immarcescibili: il giornalista Ivan Zazzaroni e l'allenatore di lungo corso Giovanni Trapattoni. Spettacolo garantito. Peccato che la trasmissione proponga più parole che immagini, più gossip che calcio. Accontentiamoci. Voto: 7/8.La carrellata non può che finire con Il processo del lunedì, trionfalmente riportato agli antichi fasti da Enrico Varriale, valente collega. Tutto molto divertente e ben sciorinato. Il pregio consiste nella capacità dei curatori di trattare con spirito anche gli argomenti seri. Il difetto è comune a qualsiasi programma sportivo: si enfatizzano le prodezze degli (ex) squadroni (Juve, Roma, Inter, Milan, Napoli) e si minimizzano (o snobbano) le imprese delle provinciali, tipo Empoli, Sassuolo, Atalanta eccetera. Voto: 9. Bisognerebbe riservare qualche annotazione ad altre rubriche del genere in esame, quasi nessuna da buttare via. Ma per motivi di sintesi siamo costretti ad occuparci esclusivamente di quelle emesse dalle grandi antenne.

Con una raccomandazione a chi le gestisce: rinunciate alle ferie invernali. Altrimenti vi bocceremo. L'astinenza ci rende nervosi. Se poi non ci fate godere i racconti di Federico Buffa (10) vi spacchiamo la faccia.Vittorio Feltri

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