Non è un bel momento per Nespresso, il colosso svizzero del caffè che negli ultimi anni ha dovuto subire un paio di sentenze, una in Italia e l’altra in Francia, che scardinano il monopolio delle capsule. E non è finita. Ora deve fare i conti con un altro colosso, l’americana Starbucks che ha deciso di produrre anch’essa le capsule e di venderle nei suoi 22 mila negozi in tutto mondo, cominciando l’estate prossima proprio dalla Francia, dai suoi café a cui si aggiungeranno presto i supermercati Monoprix e Géant Casino che hanno appena siglato accordi di distribuzione esclusiva.
Si tratta di una vera e propria invasione di campo da parte di Starbucks in un mercato che, secondo i dati Euromonitor, nonostante la crisi dei consumi, è arrivato a valere 4 miliardi di euro in Europa, raddoppiando negli ultimi due anni, mentre a livello globale ha superato i 10 miliardi di euro. Di questo mercato, Nespresso è stato e continua a essere leader (ancora) incontrastato, con un fatturato di 3,6 miliardi di euro e margini stratosferici: Nestlé non rilascia dati separati per il suo marchio, si limita a dire che Nespresso è la divisione più redditizia del gruppo, ma il quotidiano britannico Financial Times ha calcolato un "mark up" netto di almeno il 30% su ogni capsula venduta.
Ecco spiegato perché i concorrenti, da anni, provano a scalfire il monopolio degli svizzeri che, a loro volta, rilanciano con sempre nuove qualità di caffè (nel bouquet di Nespresso ci sono ormai 22 crus) e campagne pubblicitarie massicce e costosissime (come quella con George Clooney).
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