Strage a Napoli, Murolo al suo avvocato: "Sono scoppiato, è stata una vendetta"

È rimasto in silenzio davanti al pm e ai poliziotti non ha detto quasi nulla. A breve dovrà presentarsi davanti al gip per l'interrogatorio di convalida del fermo

Strage a Napoli, Murolo al suo avvocato: "Sono scoppiato, è stata una vendetta"

"Sono scoppiato, è stata una vendetta", avrebbe confessato al suo avvocato Giulio Murolo, l'uomo che venerdì ha compiuto una strage nel quartiere Secondigliano a Napoli. A scriverlo è il Mattino di Napoli.

Al pm Roberta Simeone invece non ha voluto dire nulla. È rimasto in silenzio, dopo essere stato condotto in questura. Non ha voluto spiegare le ragioni che l'hanno portato a uccidere la cognata, il fratello e poi, dal balcone della sua abitazione, un comandante della polizia municipale e un passante.

L'infermiere ha trascorso la notte nel carcere di Poggioreale. Qui ha incontrato il magistrato. L'interrogatorio di garanzia davanti al gip per la convalida del fermo si potrebbe tenere già domani. I reati contestati a Murolo sono duplice omicidio volontario, quelli della cognata e del fratello, strage per gli altri due omicidi e per i sei feriti, spari in luogo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale. A questi oggi si è aggiunta la denuncia per i reati di detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione, dopo il ritrovamento sotto al letto nel suo appartamento, di un kalashnikov e munizionamento vario.

Una "personalità psicotica scissa, con delirio di onnipotenza espresso nella possibilità di determinare la vita degli altri": questo il profilo psicologico dell'infermiere, secondo la neuropsichiatra Annamaria Nazzaro, della Asl Roma F. "La personalità scissa - afferma la psichiatra - nel suo caso si esprime in un io 'buono" come un medico "che in sala operatoria assiste i pazienti e li cura" e un io "cattivo, con una passione maniacale per le armi". "La passione per la caccia non c'entra - chiarisce la neuropsichiatra - qui non si tratta di un cacciatore, ma di un cecchino, che abbatte i passanti con un tiro al bersaglio".

Anche alcuni aspetti della personalità di Murolo, definito da alcuni vicini"una persona tranquilla e perbene", collimano con un soggetto dalla personalità scissa. "Con la passione ossessiva per le armi che gli hanno trovato in casa andava perfezionando la sua mania di distruzione, poi esplosa". Perchè dopo la strage si è chiuso nel silenzio? "Perchè dopo aver espresso la sua personalità di cecchino è rientrato nell'altra - come nel dottor Jekyll e Mister Hyde - e ritiene di non aver più nulla da dire".

La scelta di chiamare il 113 dicendo "sono quello che sta facendo il macello a Miano", secondo la neuropsichiatra, "è una sfida lanciata dal suo ego '"cattivo", come per dire: 'guardate che cosa sono capace di fare".

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