Pietà, rispetto per i morti in mare, che si tratti di un solo migrante o più di cento come nell'ultimo, tragico, naufragio nel Mediterraneo, ma non usiamo le immagini drammatiche scattate ad hoc come arma di indignazione di massa. La foto terribile di un corpo senza vita a testa in giù fra le onde, che ancora galleggia, sta diventando l'ennesimo simbolo di una mobilitazione buonista, che in molti casi sarà sincera, ma di fatto diventa uno strumento di macabra propaganda come altre immagini simili del passato. La foto del migrante annegato è stata subito sventolata dalle Ong del mare per accusare tutti di avere abbandonato i naufraghi al loro destino. Il messaggio è chiaro: fateci portare i migranti dalla Libia all'Italia o aprite corridoi umanitari in nome di frontiere che i talebani dell'accoglienza vorrebbero abbattere fregandosene di norme e leggi. In realtà il cadavere dell'annegato dimostra esattamente il contrario, ovvero che i migranti non devono partire dalla Libia e ancora prima intraprendere un viaggio, spesso mortale, rincorrendo il miraggio di un Eldorado europeo che non esiste più, soprattutto in tempi di pandemia. Non solo: i gommoni partiti erano tre. Uno è stato rintracciato dalla tanto vituperata Guardia costiera libica che ha riportato indietro 104 migranti. Un altro ha invertito da solo la rotta verso costa viste le pessime condizioni del mare. E purtroppo il primo è affondato con il suo carico umano. Perché i trafficanti hanno fatto salpare i migranti nonostante le onde alte? Si tratta di gentaglia senza scrupoli, ma non sono stupidi. Un naufragio del genere rovina gli affari. Quando i due gommoni sono partiti dalla zona di Homs, fra Tripoli e Misurata, sulla stessa direttrice a 45 miglia circa c'era proprio Ocean Viking, la nave di Sos Méditerranée, che ha scattato le foto degli annegati. La poderosa inchiesta di Trapani sulle Ong del mare dimostra chiaramente che i trafficanti lanciavano i gommoni con la merce umana, dal 2017 e lo fanno ancora oggi, quando vedevano su internet con un semplice programma la posizione propizia delle navi umanitarie per recuperare i naufraghi e portarli in Italia. A pontificare contro l'Europa colpevole, la Guardia costiera italiana e quella di Tripoli ci pensano quelli di Sea Watch, i talebani dell'accoglienza tedesca, che più volte hanno fatto da consapevole calamita per i gommoni dei trafficanti. Le anime belle della sinistra al governo si strappano i capelli avallando le accuse delle Ong contro la Guardia costiera libica. Se sono così convinti di avere ragione perché il Pd non vota compatto in Parlamento contro il finanziamento e l'addestramento dei libici? Così quest'anno con sbarchi già triplicati, rispetto al 2020, sarebbero arrivati i 4.500 migranti in più intercettati da Tripoli. Ancora più scandalosa l'Oim, la costola dell'Onu per le migrazioni, che ha sparato a zero come le Ong del mare. Proprio loro, prima di parlare, dovrebbero rimboccarsi le maniche sui rimpatri assistiti dei migranti dai centri di detenzione libici. E magari sporcarsi le mani imponendo al nuovo governo di Tripoli una gestione comune e diretta dei famigerati centri piuttosto che usarli come «propaganda» buonista contro la Libia brutta e cattiva.
L'Europa, a cominciare dall'Italia che ha una missione militare, dovrebbe appoggiare le forze libiche come la Brigata 444 che ha liberato dei migranti dai lager dei trafficanti, ben peggiori dei centri governativi. Troppo facile indignarsi per le foto drammatiche di un naufragio puntando alla soluzione «facile» di traghettare in Italia i migranti, grazie alle navi delle Ong, facendo ingrassare i trafficanti.
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