Un recente studio condotto dalle autorità sanitarie americane evidenzia che la variante Omicron del Covid sembra avere un periodo di incubazione "più corto" rispetto a quello della variante Delta e delle prime mutazioni del coronavirus. Tale constatazione emerge da uno studio pubblicato martedì sul bollettino settimanale dei Centri per il Controllo e per la Prevenzione delle Malattie (CDC) statunitensi.
La ricerca in questione si è basata su un piccolo focolaio da Omicron registrato in Nebraska, in una famiglia in cui un uomo di 48 anni, non vaccinato ma guarito da un contagio Covid avvenuto a novembre 2020, aveva trasmesso la variante incriminata ai suoi cari dopo essere tornato da un viaggio in Nigeria. Ben cinque familiari dell'uomo sono risultati infettati: una persona vaccinata con due dosi di vaccino Pfizer nonché vittima di una precedente infezione da Covid sempre nel novembre 2020; altri tre membri della famiglia non vaccinati ma, anche loro, con precedente infezione da Covid nel novembre dello scorso anno; infine, un membro non vaccinato. Tutti questi soggetti colpiti da Omicron hanno presentato sintomi come dolori muscolari, mal di testa e brividi, ma nessuno di loro è finito in ospedale.
Partendo dalla ricostruzione della catena di trasmissione della variante, i ricercatori dei CDC hanno riscontrato che il tempo di incubazione dell'infezione è di circa tre giorni, più breve quindi rispetto a quello della variante Delta, che era intorno ai quattro giorni, e a quello del virus SARS-CoV-2 originario, che era maggiore di cinque. Di conseguenza, le autorità sanitarie Usa hanno preso spunto da tale studio per rivolgere alla popolazione un ennesimo appello alla prudenza e a evitare occasioni favorevoli alla trasmissione della nuova mutazione del Covid. "La recente comparsa di Omicron, che ora si prevede sia la variante dominante negli Stati Uniti" si legge infatti nel bollettino dei CDC, "rafforza l'importanza della vaccinazione, in coordinamento con altre strategie di prevenzione (ad esempio, utilizzo delle mascherine e rigoroso distanziamento fisico), per proteggere le persone dal COVID- 19, rallentano la trasmissione e riducono la probabilità che emergano nuove varianti.
Inoltre, la rapida identificazione e la caratterizzazione epidemiologica di questo cluster in Nebraska sottolineano l'importanza di una sorveglianza genomica robusta e tempestiva per rilevare e rispondere alle varianti emergenti di SARS-CoV-2 preoccupanti."
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