Svizzera, niente espulsione in Italia per migrante nigeriana: "La colpa è del dl Salvini"

Un tribunale svizzero ha stoppato l'espulsione verso l'Italia di una migrante, madre, richiedente asilo. Ecco la decisione dei giudici

Svizzera, niente espulsione in Italia per migrante nigeriana: "La colpa è del dl Salvini"

"In seguito ai decreti Sicurezza di Matteo Salvini, l'Italia non è più in grado di garantire una adeguata assistenza umanitaria e sanitaria ai migranti". Con questa motivazione un tribunale, in Svizzera, ha bloccato l'espulsione verso l'talia di una richiedente asilo.

Protagonista della vicenda una donna nigeriana, madre, che aveva chiesto asilo alle autorità elvetiche e che ha bisogno di cure mediche. Il tribunale svizzero ha sentenziato che il Belpaese non sarebbe più capace di garantire una sufficiente assistenza sanitaria e umanitaria ai profughi. E così ha stoppato il procedimento di espulsione a carico dell'africana.

Ecco un estratto della sentenza in questione: "Tenuto conto dei cambiamenti avvenuti in seguito all’entrata in vigore del 'Decreto Salvini', il Tribunale è del parere che la giurisprudenza Tarakhel deve essere estesa alle persone che soffrono di malattie (somatiche o psichiche) gravi o croniche, che necessitano una presa a carico immediata al loro arrivo in Italia".

A riportare la vicenda ci ha pensato l'agenzia Swissinfo, che ha riportato – citandola – una recente sentenza del tribunale amministrativo federale, risale appunto al 17 dicembre 2019. Secondo l'agenzia stampa lvetica, infatti, il provvedimento seguirebbe una linea tenuta dai giudici elvetici anche in altri casi analoghi.

Il caso

La nigeriana era riuscita a raggiungere lo Stivale e qui si era stabilita per anni, sposandosi. In seguito, la fuga in Svizzera per scappare – come scritto dal Corriere della Sera – dalle violenze del marito. Una volta arrivata in Svizzera, aveva fatto richiesta di asilo politico. Ecco, il Corsera riporta che nel luglio del 2018 la "la Segreteria di Stato per l'immigrazione (Sem) di Berna aveva però respinto la domanda interpretando alla lettera l'accordo di Dublino: l'esame della richiesta di asilo spetta al primo Stato in cui il migrante fa ingresso, in questo caso l'Italia".

Per prassi, l'extracomunitaria sarebbe dovuta essere accompagnata alla frontiera di Chiasso, ma la decisione delle toghe elvetiche hanno stoppato la sua espulsione dal Paese, invitano

la Sem a riprendere in considerazione e in esame il caso, prestando particolare attenzione "alle condizioni effettive e concrete della presa a carico delle famiglie in Italia nei centri di prima accoglienza".

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