Tamponi impossibili e migliaia prigionieri in casa: caos in Toscana

Boom di casi e aumento del tasso di occupazione negli ospedali. E intanto migliaia di persona restano chiuse in casa in attesa dei molecolari che non arrivano. Pesano le scelte di Giani nella chiusura di hub e centri per i tamponi

Tamponi impossibili e migliaia prigionieri in casa: caos in Toscana

La Toscana raggiunge soglie ospedaliere da zona gialla, i ricoveri aumentano, i sanitari si contagiano, le attività ordinarie si bloccano. Il tasso di occupazione Covid delle corsie ordinarie raggiunge il 15%, pari a 755 letti occupati. Ai quali si aggiungono 84 pazienti in terapia intensiva (le rianimazioni sono al 14,7%, quasi 5 punti oltre la soglia posta a 57 ricoverati). L’epidemia dilaga al punto tale che anche gli stessi sanitari ne sono di nuovo vittime, con numeri mai raggiunti da inizio pandemia: solo all’ospedale di Careggi a Firenze sono circa 360 i positivi tra medici, medici specializzandi, infermieri, oss, tecnici di radiologia e di laboratorio.

E la Regione, responsabile della sanità pubblica, cosa fa? Niente. Mesi fa ha chiuso hub che erano delle eccellenze (come quello di Fucecchio) e che hanno vaccinato migliaia di cittadini provenienti da ogni parte e i drive through sparsi sul territorio, come se la pandemia fosse finita e adesso ci troviamo a non saper dove andare per fare un tampone. Unica alternativa i laboratori privati (minimo 50 euro). Stefano di Pisa racconta: “Il mio vicino fa il tampone in una struttura privata il 13 gennaio, ad 85 euro”.
Ieri sera a mezzanotte e mezza sul portale della Regione (vedi foto) erano in coda 11mila utenti. E i posti liberi in tutta la Toscana per fare un molecolare? Zero.

Migliaia di cittadini sono praticamente prigionieri in casa. Paradossalmente stiamo assistendo ad una situazione dove i guariti negativizzati sono costretti a stare in casa in attesa di un molecolare che non arriva mai, mentre i positivi, se forniti di green pass possono andarsene a spasso tranquillamente ad infettare. Infatti, Letizia di Siena racconta: “Sono positiva dal 31 e ancora non sono riuscita a comunicare a nessuno la mia positività al Covid, il messaggio dal ministero non è arrivato, ed il mio medico non risponde da 5 giorni. Se volessi potrei andare tranquillamente a fare colazione al bar, e a fare la spesa visto che ho il green pass”.

Manca coordinamento tra Regione, Asl e medici di base che non visitano i pazienti se non hanno fatto un tampone molecolare. Molte Asl, giustamente, non applicano l'assurda ordinanza regionale (quella del tampone rapido al posto del molecolare) ma nel frattempo i tempi per un molecolare si sono dilatati all'infinito sia nel farli che nelle risposte. Omicron sfugge anche ai tamponi antigenici (quelli delle farmacie) figuriamoci a quelli rapidi. Giovanna di Firenze racconta: “Fatto test molecolare in presidio sanitario Santa Rosa di Firenze la mattina del 30 e ancora niente risultato! 5 giorni!”. Se solo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, avesse tenuto aperti gli hub esistenti destinandoli anche ai tamponi molecolari e anzi ne avesse approntati anche altri, non ci troveremmo in questo caos. In quanto agli ospedali non si è minimamente preoccupato di rafforzare il numero dei sanitari in vista di possibili contagi come si sta verificando.

Un’altra storia da Viareggio. Una giovane maestra, mamma di tre figli di 13 e 17 anni entrambi vaccinati, tranne il più piccolo di 7 anni per il quale aveva prenotato la prima dose nei prossimi giorni, ha iniziato a sentirsi male per Natale. Fatto il tampone antigenico, e risultato positivo, sta cercando da giorni invano di prenotare un molecolare sul sito della Regione. “Francamente", racconta, "non so più cosa fare. Non sono stata chiamata da nessuno e, nel frattempo, si è ammalato anche mio marito e i bambini. Tutti, per fortuna, con sintomi lievi. Anche stanotte sono stata sveglia fino alle 3 per provare a prendere gli appuntamenti per i tamponi. Ho chiamato tutti i numeri possibili del DdP e Urp e l’unica cosa che mi sono sentita dire è mi dispiace, le forze lavoro sono poche”. La donna, per poter rientrare al lavoro a scuola il prossimo 10 gennaio, ha bisogno di un tampone non fatto in farmacia, ma all’Asl, che certifichi la sua negatività.

La situazione toscana del tracciamento e dei tamponi è imbarazzante. A proposito di farmacie. Come anche da altre parti in Italia, per fare dei tamponi considerati inattendibili e che costano 20 euro, occorre fare file di ore. Per la vaccinazione le cose non vanno meglio.

Dopo 4 mesi dall'ultima dose, per prenotare la terza, il sistema regionale comunica che è ancora troppo presto quando a livello nazionale è stato detto di vaccinarsi prima dei cinque mesi. Insomma, il caos regna sovrano. La situazione è sfuggita di mano a tutti. A Giani per primo.

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