Tangenti per aggiustare indagini e sentenze: in manette due magistrati

In carcere Antonio Savasta e Michele Nardi, ora a Roma ma prima in servizio alla Procura di Trani, e l'ispettore di Polizia Vincenzo Di Chiaro. Tra le inchieste sotto osservazione, anche quella su Luigi D'Agostino, vicino a Tiziano Renzi

Tangenti per aggiustare indagini e sentenze: in manette due magistrati

La Procura di Trani adesso trema. Un'inchiesta condotta dai carabinieri e e coordinata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris, e da Roberta Lucci, ha portato alla luce un giro di tangenti per aggiustare le indagini.

A finire in manette, sono stati i magistrati Antonio Savasta e Michele Nardi, all'epoca in sevizio alla Procura di Trani rispettivamente come pubblico ministero e come gip, e attualmente a Roma: Savasta come giudice, Nardi come sostituo procuratore. A questi, si agigunge Vincenzo Di Chiaro, ispettore di polizia del commissariato di Corato. Interdetti per un anno dall'esercizio della professione forense gli avvocati Simona Cuomo e Ruggiero Sfrecola. Mentre all'imprenditore di Barletta Luigi D'Agostino è stato notificato un divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale e degli uffici direttivi delle imprese, sempre per un anno. Quest'ultimo era stato vicino per un periodo a Tiziano Renzi, padre dell'ex premier del Pd.

Come riporta Repubblica, "le mazzette quantificate dalla Procura di Lecce ammontano a diversi milioni di euro, versate tramite consegne di denaro ma anche regali, orologi e pietre preziose, e svelano l'esistenza di un sistema in cui i magistrati piegavano l'uso della giustizia ai loro fini personali e in cambio chiedevano una corsia preferenziale per avvicinarsi a Palazzo Chigi e al Csm".

Nardi, Savasta, Di Chiaro e Cuomo sono sdesso accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. L'avvocato Sfrecola e l'imprenditore D'Agostino sono invece accusati di concorso in corruzione. Altri indagati sono invece accusati millantato credito e calunnia.

Sempre da quanto rivlevato da Repubblica, "la Procura di Lecce ha anche chiesto e ottenuto il sequestro di beni e conti corrente per un valore proporzionale a quello oggetto della corruzione.

Nello specifico si tratta di 489mila euro per Savasta; 672mila per Nardi, al quale sono stati sequestrati anche diamanti e un Daytona d'oro; 436mila per Di Chiaro e la stessa cifra per Cuomo; 53mila per D'Agostino e Sfrecola".

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