Ancora tangenti, ancora scandali. Un nuova bufera si abbatte sulla Capitale e obbliga l'Autorità nazionale anticorruzione a bloccare la prima gara per il Giubileo straordinario indetto da papa Francesco. Due imprenditori e un funzionario del dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale sono stati destinati agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti. Avrebbero condizionato, con un passaggio di denaro, le gare d’appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità della città.
Il 27 settembre gli imprenditori Luigi Martella e Alessio Ferrari consegnano a Ercole Lalli, funzionario del dipartimento di Roma Capitale, 2.000 euro in contanti in cambio di informazioni riservate inerenti le imprese invitate alle gare. L'obiettivo è chiaro: turbare le gare d’appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità della città. Tra queste c'è anche la prima gara assegnata dal Comune per il Giubileo. Gara che giusto ieri viene bloccata dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Al momento dell’intervento dei militari, Lalli ha ancora in mano il denaro incassato. Tanto che, con un gesto estremo, prova inutilmente a disfarsi della busta contenente 10 banconote da 100 euro e 20 da 50 euro, immediatamente sequestrate. "Al fine di incrementare la probabilità di aggiudicazione delle gare, ognuna del valore di circa un milione di euro - hanno spiegato i carabinieri - i due imprenditori cooperavano per ottenere informazioni ulteriori su quante e quali imprese venissero invitate ai vari lotti". Anche il semplice dato numerico permetteva loro di avere una posizione di vantaggio rispetto agli altri imprenditori sia nel caso il bando di gara prevedesse l’aggiudicazione per "massimo ribasso" sia con la metodologia della "media mediata", espressione riferita al cosiddetto "taglio d’ali", con cui vengono esclusi coloro che presentano offerte con ribassi troppo contenuti o viceversa troppo elevati.
"Se noi c’avemo quelli stavolta so' morti tutti!". Nella telefonata intercettata e allegata all’ordinanza, Martella e Ferrari parlano liberamente delle informazioni sulle gare ottenute corrompendo Lalli. Con "quelli" i due imprenditori intendono le informazioni sui partecipanti alla gara poiché, come si legge nell’ordinanza, temevano "soprattutto un altro gruppo di imprese", quello controllato dalla famiglia dei Bucci, detti gli Artenesi, e Marcello Luciani.
"Per tale ragione - scrive il gip - desideravano conoscere anzitempo in quale o quali lotti erano state invitate imprese riferibili ai predetti, in modo da presentare offerte più aggressive ('menàje', ovvero 'picchiarli') ed ottenere l’aggiudicazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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