Taranto, in carcere mancano i letti e scarseggia il personale: così arrivano telefoni e droga (coi droni)

A denunciare la situazione (ritenuta già compromessa) il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Nella struttura, che accoglie più del doppio della sua capienza, sono stati ritrovati telefonini e sostanze stupefacenti

Taranto, in carcere mancano i letti e scarseggia il personale: così arrivano telefoni e droga (coi droni)

Non ci sarebbero letti a sufficienza per tutti e materassi adeguati e sarebbe persino sempre più semplice trovare droga e telefoni cellulari. Accade all'interno del carcere di Taranto dove, secondo quanto riportato da Il fatto quotidiano, una serie di inchieste aperte dalla procura della città pugliese e alcune denunce presentate dai sindacati della polizia Penitenziaria nel corso degli ultimi mesi hanno fatto emergere un quadro sicuramente da chiarire. Nelle carte dell'ultima inchiesta, infatti, i carabinieri avrebbero scritto che, dalle indagini condotte, si può affermare che "numerosi detenuti di alcune sezioni del carcere di Taranto hanno in uso o nella loro disponibilità diversi telefoni cellulari introdotti dai parenti".

Il giro di spaccio

In base a quanto riportato dall'inchiesta, infatti, i detenuti con quei dispositivi telefonerebbero a parenti, amici o altri ospiti della struttura. E secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine, dal penitenziario, alcuni di loro riuscirebbero persino a gestire un giro di spaccio fuori dalle mura della prigione, studiando anche sistemi per portare le sostanze stupefacenti dentro all'istituto penitenziario.

L'ultima operazione

Secondo quanto riportato dal quotidiano, l'ultima operazione risalirebbe soltanto a pochi giorni fa. I carabinieri di Taranto hanno, infatti, eseguito una serie di perquisizioni nelle celle del carcere, trovando droga e cellulari, con i quali i detenuti comunicavano con i familiari e formulavano richieste di approvvigionamento di stupefacenti. Come cocaina e hashish, che arrivavano grazie alle visite dei parenti, ora coinvolti nell'inchiesta perché trovati in possesso delle sostanze poco prima di essere ammessi ai colloqui dentro all'istituto pugliese. Si tratterebbe di madri, moglie e conoscenti dei carcerti. Complessivamente, infatti, sarebbero 17 le persone indagate solo nell'ultima inchiesta.

La "consegna" con i droni

Tuttavia, già in passato, le sostanze stupefacenti erano riuscite a penetrare dentro le mura del carcere, grazie anche all'utilizzo di droni. Era accaduto, per esempio, anche l'ottobre scorso quando una donna aveva guidato il piccolo dispositivo fino alla finestra della cella, dove era rinchiuso il suo convivente. Secondo quanto riportato dal quotidiano, in quell'occasione, il piano era fallito a causa dei cavi utilizzati dai detenuti per stendere la biancheria: le eliche del drone si erano scontrate con i fili e il mezzo era caduto. A ritrovare il drone, carico di 280 grammi di hashish, due grammi di cocaina e due mini telefoni cellulari, erano stati gli agenti.

Il carcere più affollato

Secondo quanto riportato dai sindacati di polizia, l'istituto "Carmelo Magli" di Taranto è il carcere, in percentuale, più affollato d'Italia. Fino a pochi mesi fa, infatti, ospitava oltre 600 detenuti a fronte di una capienza di circa 300 posti.

E, in base alle denunce e ai numeri diffusi dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria, l'organico del carcere pugliese risulterebbe inferiore alle necessità e che "i controlli non possono essere fatti com si vorrebbe proprio perché il personale è scarso e dalla caduta del drone nulla si è fatto per annullare gli effetti devastanti di tale tecnologia, per cui all'interno del carcere si potrebbe trovare di tutto".

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