“Inopportuna e insostenibile dal punto di vista economico, giuridico, di equità fiscale e di lotta all’illegalità”. Così LOGiCO, Lega Operatori di Gioco su canale Online, giudicano l’ipotesi di introdurre una nuova tassa sul comparto delle scommesse peri fronteggiare le difficoltà del mondo dello sport italiano e del calcio in particolare causate dell’emergenza Covid-19.
“Attualmente le manifestazioni sportive nella quasi totalità sono ferme – ricorda Moreno Marasco, presidente di LOGiCO – e dunque la tassa sarebbe efficace solo dopo la ripartenza dello sport, e destinata a perdurare anche al termine dell’emergenza. Non è per nulla collegata alla crisi, ma è una proposta strumentale, storicamente ricorrente e messa dalla Figc sul tavolo della discussione sull’emergenza, per tentare di risolvere i problemi strutturali del sistema-calcio italiano, ipotizzando una compartecipazione che avrebbe creato un conflitto di interessi intollerabile fra calcio e scommesse, contraria a qualunque logica anti-matchfixing”.
Gli operatori fanno i conti: l’1% delle somme puntate, la raccolta, equivale a un’imposizione fiscale fino al 20% dei ricavi per gli operatori online e “ considerando che l’imposta di gioco è una tassa sul consumo e l’aliquota è già al 24%, la pressione fiscale indiretta salirebbe a quasi il doppio dell’incidenza attuale”. Poi c’è l’impatto sugli scommettitori. “Ci chiediamo – dice Marasco – se questi ultimi digerirebbero una richiesta di contributo economico per risolvere i problemi del calcio italiano. Con la perdita di competitività dei Concessionari, non più in grado di offrire quote convenienti rispetto al mercato illegale, due gli effetti: la minaccia di estinzione del circuito legale con la conseguente perdita di garanzie e protezione, e la fuga degli operatori internazionali, con ulteriore aggravio per il gettito erariale. Un vero regalo alla malavita che continuerà a prosperare in questo settore”.
"Il comparto delle scommesse sostiene da sempre lo sport. È già previsto dal settore dei giochi un finanziamento annuale con un capitolo di spesa nel Bilancio dello Stato di oltre 400 milioni, destinati a Coni e Sport e Salute. Un sostegno che deve continuare, senza però penalizzare l’offerta di gioco legale e le scelte degli utenti, tanto più che già nel 2018 l’imposta ha già subito un aumento. Al pari di quanto avviene in altri settori dell’economia, la modalità più logica sarebbe quella delle sponsorizzazioni: possibilità inibita, nell’ultima stagione, dall’introduzione del divieto previsto dal Decreto Dignità. In questo modo al calcio sono venuti a mancare introiti. Intervenire sul divieto è necessario principalmente per riconsegnare al Paese uno strumento di difesa della legalità venuto meno, con gravi conseguenze sociali, prima ancora che economiche. LOGiCO propone da tempo di discutere il superamento del divieto, con una regolamentazione di livello europeo del sistema e non una misura straordinaria e temporanea”.
Un intervento contingente e collegato all’emergenza è stato già messo in campo dalla Uefa con un fondo destinato ad ogni federazione nazionale per il resto della stagione e di quella successiva.
E spostando lo sguardo in Francia, altro intervento congiunturale arriva dall’unico paese europeo in cui vige il “prelievo dell’1%” invocato a modello dalla Figc: il Governo francese ha deciso di accordare alla Lega un prestito di 224,5 milioni di euro distribuiti tra i 40 club calcistici professionisti, prestito che dovrà essere rimborsato, ma di cui si fa garante lo Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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