Teatro Petruzzelli senza pace. Dopo la storica vicenda dell'incendio del 1991, con annessa un'estenuante fase di processi per stabilire le responsabilità e una lunga stagione di abbandono della gloriosa istituzione culturale pugliese, è di nuovo la cronaca giudiziaria ad accendere i riflettori con una storia che scotta, anzi "brucia". A seguito di indagini della Procura di Bari, sono scattate le manette per tangenti su una serie di servizi quali illuminazione, pulizie e facchinaggio.
L'indagine ha portato al mandato di arresto per cinque persone (quattro fermate ieri e una oggi a Roma). Il primo nome a saltare agli onori delle cronache è quello di Vito Longo, direttore amministrativo della fondazione lirico sinfonica che, secondo le indagini, riceveva le "bustarelle" da parte dei fornitori di luce, servizi di pulizia e facchinaggio. Quattro gli imprenditori finiti agli arresti domiciliari oltre a Longo. Si tratta di Franco Mele (ex responsabile luci e fonica), Giacomo Delle Noci (titolare dell'azienda di pulizie), Nicola Losito (socio in affari di Mele) e Vito Armenise (titolare dell'azienda che si è aggiudicata l'appalto di facchinaggio). Per tutti pende l'accusa di corruzione aggravata e continuata e turbativa d'asta.
Secondo la Digos, pare non si tratti di episodi isolati, bensì sistematici: le "bustarelle" sarebbero circolate da diverso tempo. Infatti, sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, ci sono anche l'assegnazione degli appalti negli anni precedenti.
"Ho piena fiducia nella fondazione e chi ha sbagliato pagherà" ha dichiarato in un'intervista, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che questa mattina, insieme a Gianrico Carofiglio (presidente della Fondazione Petruzzelli ed ex pm antimafia), ha depositato alla Procura di Bari gli atti e le carte oggetto di indagini interne già svolte e che possono essere utili al prosieguo dell'inchiesta.
"C'è l'idea, nell'ambito del piano di ridefinizione complessiva della fondazione - ha dichiarato Carofiglio - di un soggetto che
verifichi la regolarità degli appalti per rimuovere le zone di opacità amministrativa in cui si possono annidare fenomeni di corruzione". A distanza di venticinque anni, il teatro più grande di Puglia, torna a "bruciare".
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