Il tentato omicidio di Alena: algerino torchiato per due ore dal pm

Stamani, il nordafricano è comparso davanti al pubblico ministero Barbara Bresci, del tribunale di Imperia, per essere interrogato. E’ stato lui, attraverso il proprio legale, l’avvocato Mario Ventimiglia, a chiedere di raccontare la propria verità.

Il tentato omicidio di Alena: algerino torchiato per due ore dal pm

Il volto è di quelli sorridenti, di chi insomma pensa di averla fatta franca e che la libertà è ormai questione di giorni. A rovinargli la festa, tuttavia, sono i giornalisti, alla vista dei quali cambia subito espressione e in un batter d’occhio, alza le braccia per coprirsi il volto, sapendo di essersi appena tradito. Lui è Zied Yakoubi, 32 anni, l'algerino, irregolare in Italia, accusato di tentato omicidio, per aver spinto nel precipizio, la notte del 31 luglio scorso, a Capo Nero, di Sanremo: Alena Sudokova, 22 anni, la turista tedesca di origine russa, da poche settimana risvegliatasi dal coma ed ora tornata in Germania, dove i medici stanno cercando di riportarla alla realtà. Stamani, il nordafricano è comparso davanti al pubblico ministero Barbara Bresci, del tribunale di Imperia, per essere interrogato. E’ stato lui, attraverso il proprio legale, l’avvocato Mario Ventimiglia, a chiedere di raccontare la propria verità, parte della quale era già trapelata nei giorni scorsi, alla spicciolata, quando sosteneva di essere innocente. Ride meno, invece, Alena, che malgrado sia uscita dal coma farmacologico, ancora oggi non può neppure muovere le labbra, a causa di due lesioni cerebrali e necessità di una respirazione assistita, visto che in seguito a quella caduta sono rimasti seriamente lesionati pure i polmoni. Il procuratore di Imperia, Alberto Lari, ha secretato, di comune accordo col pm, i contenuti dell’interrogatorio, che è durato circa due ore. Si vuole, infatti, evitare qualsiasi interferenza, fintanto non sarà stata acquisita a verbale anche la ragazza. Intanto, nei prossimi giorni dovrebbe tenersi l’udienza davanti al tribunale del Riesame di Genova. La difesa, infatti, chiede che il proprio assistito venga scarcerato, in quanto innocente. Zied, infatti, continua a sostenere di non aver litigato con la ragazza, di non averla aggredita per avere un rapporto sessuale e di non averla neppure spinta nel dirupo, contraddicendo pure il testimone inglese che afferma di avere assistito all’aggressione dalla finestra.

In questi giorni la Procura ha anche ascoltato, come persona informata dei fatti, il tassista di Sanremo che la notte del 31 luglio ha accompagnato Zied e Alena, da piazza Bresca, dove hanno trascorso la serata, a Capo Nero, dove si è consumata la disgrazia.

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