Quattro stranieri, un imam tunisino e tre egiziani, sono stati espulsi dall’Italia per gravi motivi legati alla sicurezza dello Stato, poiché ritenuti essere vicini ad ambienti dell'estremismo islamico.
A renderlo noto è il Viminale attraverso una nota. La guida spirituale è un 32enne cittadino tunisino, detenuto nel carcere di Rebibbia a Roma per rapina e reati di droga. Durante la preghiera che era solito guidare, l’uomo si dedicava ad una pressante azione di divulgazione dell'ideologia radicale, arrivando anche ad elogiare gli autori di alcuni attentati compiuti in Europa e manifestando il proprio dolore per la morte del noto terrorista Anis Amri, autore dell’attentato di Berlino, del quale si era detto pronto ad emulare le gesta criminali. Scarcerato lo scorso 22 agosto, il nordafricano era stato trasferito ad un CPR in attesa del rimpatrio, eseguito poi dall'aeroporto di Roma Fiumicino.
I tre egiziani, invece, sono stati rimpatriati con volo diretto per Il Cairo. Il primo, di 30 anni, era detenuto per reati comuni ed era stato sottoposto ad attività di osservazione per aver esultato in occasione dell'attentato terroristico compiuto a New York il 1° novembre 2017 sulla pista ciclabile a Lower Manhattan. L'uomo aveva più volte manifestato il desiderio di veder compiere attacchi simili anche in Italia e, durante il periodo trascorso in carcere, era riuscito a creare un gruppo di adepti tra i compagni grazie al suo particolare carisma.
Il secondo egiziano espulso ha 40 anni ed era recluso per reati comuni. Durante la detenzione aveva manifestato una profonda intolleranza verso i detenuti non islamici nonché dei musulmani che non osservavano correttamente i precetti coranici. Lo straniero si è reso protagonista di condotte prevaricatorie e violente, arrivando anche a sottrarre con la forza un crocifisso ed alcuni santini ad un altro carcerato per impedirne la preghiera.
Il terzo espulso, invece, è un 31enne condannato e detenuto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. era particolarmente impegnato nella divulgazione del messaggio radicale islamico all'interno dell'istituto di pena.
Lo straniero aveva, inoltre, imposto ai suoi compagni di detenzione, attraverso atteggiamenti prevaricatori, la rigida osservanza dei precetti coranici.Il Viminale sottolinea che, con questi provvedimenti, sono salite a 326 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015 ad oggi, di cui 89 solo quest’anno.
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