Testimoni di Geova negano la trasfusione alla figlia: salvata dal giudice e dai medici

La piccola di 10 mesi aveva un'emorragia cerebrale, ma i genitori non acconsentono alla trasfusione. Il giudice sospende temporaneamente la patria potestà e permette ai medici di intervenire

Testimoni di Geova negano la trasfusione alla figlia: salvata dal giudice e dai medici

Una bambina è in sala operatoria, per un intervento delicato che necessita una trasfusione. Allora, come da prassi, il medico esce e chiede ai genitori il consenso. Ma la risposta del papà e della mamma della piccola lascia i medici di sasso: "No", dicono convinti. E a nulla sarebbero servite le spiegazioni dei dottori, che fanno loro capire la gravità della situazione. Il responso è sempre lo stesso: nessuna autorizzazione per la trasfusione, perché la loro religione non lo permette. La famiglia, infatti, segue i dettami di Geova.

Secondo quanto riporta il Giorno, la vicenda inizia lo scorso lunedì mattina, quando la bimba di quasi 10 mesi cade, sbattendo la testa. Inizialmente sembra non si tratti di nulla di grave, ma la situazione cambia nel pomeriggio, quando la piccola inizia a vomitare, tossire e sudare. Così, i genitori corrono all'ospedale di Gallarate, il più vicino, per far curare la figlia. Da lì, dopo i primi esami, la bambina viene trasferita a Leganano, dove i medici iniziano un'operazione delicata e urgente, per un versamento alla testa. A un certo punto, nel corso dell'intervento, si rende necessaria una trasfusione e un medico esce dalla sala operatoria, per chiedere ai genitori il consenso. Ma la mamma e il papà della bambina, testimoni di Geova, negherebbero la possibilità di una trasfusione. E non cambiano idea nemmeno quando i dottori spiegano che la piccola è grave e non ci sono alternative, altrimenti la piccola morirà.

La situazione si fa tesa e l'ospedale chiama i carabinieri, perché riescano a far ragionare i genitori, senza riuscirci.

A quel punto, i militari decidono di contattare il pubblico ministero di turno al tribunale dei minorenni. Così, con l'accordo del magistrato, che ha sospeso temporaneamente la potestà dei genitori sulla piccola, i medici riescono a intervenire con la trasfusione e salvare la piccola.

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