"Ti do una banana...". Accuse di razzismo al locale gay

A Torino la discussione tra il titolare di un locale gay e un ragazzo di colore è diventata un caso. Un testimone afferma di aver udito frasi razziste nei confronti del giovane, ma il gestore nega

"Ti do una banana...". Accuse di razzismo al locale gay

"Se vuoi ti do una banana...". Una presunta battuta razzista ha sollevato polemiche e indignazione contro un locale gay di Torino. Si è così innescato un vero e proprio cortocircuito, sorto a margine di una discussione consumatasi nei giorni scorsi tra il titolare dell'attività, Alex Bonsignore, e un ragazzo di colore che si sarebbe seduto in modo scomposto nel dehors di lungo Dora Napoli. Secondo quanto testimoniato da Alessandro Agostinelli, fondatore dell’associazione disabili "I Do", il proprietario del cocktail bar Lgbt avrebbe risposto a quel giovane, che gli aveva chiesto un caffè, con la seguente affermazione: "Non te lo do il caffè, se vuoi ti do una banana. O vuoi due banane?". Parole che Bonsignore nega di aver pronunciato e che tuttavia sono bastate a sollevare un caso.

L'intera vicenda è ancora in fase di ricostruzione, ma una cosa è certa: tra il gestore del locale e il ragazzo nero vi era stato un alterco che aveva comportato anche un intervento della polizia per placare gli animi. Cosa avesse scatenato la discussione, però, non è del tutto chiaro. Agostinelli sul punto ha raccontato: "Mi sono avvicinato spingendo la mia sedia a rotelle per dire che il ragazzo è stato offeso con parole razziste, ma non sono stato ascoltato e ho deciso di raccontare tutto l'accaduto sui social. La cosa ironica è che 'Vuoi una banana' è offensivo sia per un africano, sia per un gay. Io ci vedo implosione". Ma il proprietario del locale gay torinese nega quella versione dei fatti.

Come riporta Repubblica, Bonsignore sostiene invece di essere intervenuto a seguito di un comportamento scomposto del giovane. "Quel ragazzo era stravaccato a un tavolino del dehors, con i piedi sulla sedia. Quando mi sono avvicinato per chiedergli che cosa ordinasse l'ho anche rimproverato per il suo atteggiamento, chiedendogli di ricomporsi. Visto che non voleva consumare nulla, l'ho invitato ad allontanarsi e me ne sono tornato verso il bar, oltre la strada. Ma lui mi ha seguito, dandomi del razzista e tenendomi per un polso. Io non ho reagito e siamo stati così a discutere fino a quando non è arrivata la polizia", ha ricostruito il proprietario del cocktail bar.

L'attivista Lgbt ha poi negato di aver pronunciato quelle frasi razziste che, diversamente, Agostinelli aveva sostenuto di aver sentito "distintamente". Ritornando sulla vicenda, il gestore del locale ha anche aggiunto: "Due giorni prima mi era capitata una situazione simile con una ragazza bianca, che si era messa nel dehors in maniera irrispettosa e l'avevo allontanata allo stesso modo.

Il mio è un locale aperto a tutti: anche io faccio parte di quella fetta di società che ancora oggi viene discriminata". Infine, lo sfogo: "Stiamo cercando di fare un bel lavoro con le istituzioni per il progetto Sponde sicure e vado avanti a testa alta, ma evidentemente il mio lavoro dà fastidio a qualcuno".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica