"Ti faremo una sorpresa". Le nuove Br minacciano la Meloni

A Trento recapitate lettere intimidatorie nei confronti della leader Fdi e degli esponenti locali del partito. "Siamo pronti a silenziare i nuovi fascisti. Piazzale Loreto non ha insegnato nulla"

"Ti faremo una sorpresa". Le nuove Br minacciano la Meloni

"Accoglieremo la Meloni con la sorpresa che merita". Firmato: nuove Brigate Rosse. Una lettera intimidatoria è stata recapitata mercoledì scorso, 7 settembre, alla redazione del quotidiano L'Adige e alla sede del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, con minacce esplicite agli esponenti locali del partito e alla stessa Giorgia Meloni. L'increscioso episodio ha alzato l'allarme in vista del comizio che l'ex ministra terrà nella mattinata di domani a Trento. Di colpo, tale odio instillato nella campagna elettorale ha riportato a respirare il clima fetido degli anni di piombo, quelli del terrorismo usato come arma politica.

"La pasionaria del Duce Benito Mussolini travestita da 'moderata del centrodestra, appoggiata come sempre da massoneria e lobby', si propone al 50% dei votanti italiani, di guidare il Paese a una nuova catastrofe, ricalcando le orme del suo antenato Duce", si legge nella delirante missiva intimidatoria. Poi i toni si fanno violenti, con inquientanti riferimenti al passato. "È evidente che a queste persone la storia non ha insegnato nulla. Piazzale Loreto non ha insegnato nulla. I nuovi Gap (gruppi di azione patriottica, ndr) sono pronti a intervenire e silenziare i nuovi fascisti", prosegue ancora la missiva, firmata dalla Colonna trentina Brigate rosse "Mara Cagol".

Il testo si conclude poi con una diretta minaccia alla leader di Fratelli d'Italia, attesa nelle prossime ore proprio a Trento. "Accoglieremo la Meloni con la sorpresa che merita", si legge. Parole che hanno messo in allerta le forze di polizia e le autorità del territorio. "Rivolgiamo massima attenzione a questi episodi che sono sintomatici del clima pre elettorale. Certamente siamo di fronte a fatti che non vanno trascurati", ha dichiarato a LaPresse il prefetto della città, Gianfranco Bernabeina. Da parte sua, Giorgia Meloni ha replicato a quelle initimazioni assicurando di non esserne impaurita e di voler proseguire la propria campagna elettorale regolarmente.

"Il clima di odio che certa sinistra sta costruendo attorno a me e a Fratelli d'Italia sfocia anche in atti intimidatori. Mi auguro che tutte le forze politiche condannino senza tentennamenti questa missiva a firma Brigate Rosse. Se qualcuno pensa di intimorirci sbaglia di grosso", ha scritto sui social la leader di partito proprio in riferimento all'episodio di Trento. Solidarietà a Giorgia Meloni e al suo movimento è arrivata, in questo caso, anche dal Partito democratico locale, che ha condannato con fermezza quanto avvenuto, con particolare riferimento alle minacce indirizzate agli esponenti Fdi del territorio.

"Le farneticazioni di chi si richiama ad alcune delle più buie stagioni della storia repubblicana, per rivolgere violente minacce a protagonisti del dibattito politico e della campagna elettorale in corso, testimoniano, ancora una volta,

la necessità di tenere alta la guardia di quella stessa democrazia che già in passato sconfisse ogni tentativo di sovversione", ha scritto in una nota il gruppo consiliare provinciale Pd trentino.

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