Tiradritto, il "giro d'Italia" senza bicicletta e contro la cocaina

Farà tappa proprio sui traguardi più simbolici dello spaccio e del degrado. Per un giorno, nelle singole piazze riconquistate, gli spacciatori dovranno farsi un po’ più in là, lasciando posto a dibattiti pubblici

Tiradritto, il "giro d'Italia" senza bicicletta e contro la cocaina

È un Giro d’Italia senza biciclette, ma con tanto coraggio. Si chiama “Tiradritto” e in qualche modo già richiama il senso dell’operazione. A idearlo Paolo Berizzi, inviato di Repubblica, che nel suo libro-inchiesta "La Bamba", uscito con Dalai nel 2012, ha seguito l’intero percorso della cocaina dalla foresta amazzonica fino alle piazze italiane, con capolinea nella Milano da bere.

Il Giro d’Italia farà tappa proprio sui traguardi più simbolici dello spaccio e del degrado, là dove la civiltà e la legalità si sono ritrovate lo sfratto ad opera del grande spaccio.

Prima tappa Roma, il 27 marzo, a Tor Bella Monaca. A seguire, gli altri sinistri santuari: Scampia, poi Bari (Japigia), Palermo (Zen), Cagliari (Sant'Elia), Perugia (Via del Macello), Firenze (Santa Croce), Bologna (San Vitale), Torino (Porta Palazzo), Padova (Via Anelli), Verona (Porta Nuova), Varese (Piazza della Repubblica), Brescia (Piazzale Arnaldo), Bergamo (Malpensata), con arrivo a Milano (Corso Como) il 26 giugno, in occasione della giornata mondiale contro le droghe e l’illegalità.

Per un giorno, nelle singole piazze riconquistate, gli spacciatori dovranno farsi un po’ più in là, lasciando posto a dibattiti pubblici con amministratori, rappresentanti delle istituzioni, della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, nonchè a operatori sociali, medici, volontari che quotidianamente si ritrovano nella dura trincea.

Ovviamente la speranza è che sul posto si presenti la gente comune, in particolare i giovani che corrono i rischi maggiori, anche per via di una generale sottovalutazione dei rischi e delle conseguenze di una dipendenza molto subdola.

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