Torino, la maestra licenziata: "Dovete morire era una costatazione, non una minaccia"

A sostenere l'insegnante anche alcune colleghe, che ritengono il licenziamento "ingiusto e senza fondamento"

Torino, la maestra licenziata: "Dovete morire era una costatazione, non una minaccia"

Flavia Lavinia Cassaro, la maestra licenziata per avere insultato i poliziotti durante la manifestazione antifascista dello scorso febbraio, ha parlato in conferenza stampa della sua posizione e delle affermaioni rivolte alle forze dell'ordine.

La "cattiva maestra" era stata ripresa dalle telecamere mentre inveiva contro le squadre della polizia antisommossa, gridando: "Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire". Immediatamente era scoppiato il caso, e pochi giorni era stato reso noto il licenziamento "in tronco" dell'insegnante. Secondo il Ministero dell'Istruzione, infatti, la donna aveva tenuto "un comportamento grave e allarmante, fortemente aggressivo e in grave contrapposizione alle forze dell'ordine e di conseguenza nei confronti dello Stato di cui le stesse sono una rappresentanza". Nonostante la maestra si trovasse alla manifestazione fuori dal suo orario di lavoro, la sua figura rappresentava l'istituzione scolastica e, con le sue azioni, avrebbe leso "consapevolmente e volontariamente" l'immagine della scuola.

Oggi è arrivata la replica dell'insegnante, nel corso di una conferenza stampa, tenuta a Torino, presso la sede Cub.

La Cassaro si è difesa sostenendo che la frase "dovete morire" non sia stata né una minaccia né un'augurio, ma una semplice constatazione, dato che la morte è il destino che spetta a tutti noi. Ha precisto, inoltre, di non essere indagata per istigazione a delinquere e violenza, ma "per oltraggio a pubblico ufficiale".

Fuori

dall'edificio, un presidio composto anche da alcune colleghe della mestra, la sosteneva, urlando nel megafono che quella inferta all'insegnante è stata"una punizione ingiusta rispetto all'errore che ha commesso".

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