"Il tricolore italiano è in realtà francese". Parola di Marco Travaglio. Il direttore del Fatto attacca gli storici e cerca di mostrare una origine transalpina della nostra bandiera. In un lungo articolo Travaglio espone al sua teoria: "La prima volta che una bandiera bianca rossa e verde sventolò in Italia, fu a Milano 500 anni fa: l'11 ottobre 1515. Quel giorno - lo racconta nel suo diario un francese al seguito del suo re Francesco I- il popolo milanese salutò il trionfale ingresso in città del sovrano transalpino issando in cima al Duomo “un pavillon ouvert des deux côtés, de couleur blanc, rouge et vert”. Quei tre colori non erano totalmente nuovi, per i meneghini". Poi cita Napoleone per affondare il colpo sugli storici: "Gli storici si aggrappano a tutto per non riconoscere che il nostro tricolore è un vessillo d'importazione francese e che il suo vero papà è Napoleone Bonaparte. Il quale, il 16 maggio 1796, entra in Milano sulle orme di Francesco I, ne fa la capitale della Repubblica Lombarda e ordina alle figure pubbliche di indossare il tricolore della Rivoluzione francese (azzurro, bianco e rosso). Ma i cittadini, sulle coccarde, iniziano a esibire il verde al posto dell'azzurro". Poi prova a ritrattare: "Quei tre colori non erano totalmente nuovi, per i meneghini. Alcuni storici riferiscono che già la duchessa Caterina Visconti, in un’ordinanza del 1397, aveva citato le divise bianche, rosse e verdi dei “servitori del Municip io ”. Ma va detto che, per scovare un padre italiano alla bandiera italiana, i nostri storici più sciovinisti si sono attaccati a tutto. Persino a una terzina del Purgatorio di Dante Alighieri, dedicata all’amata Beatrice Portinari (“Sovra candido vel cinta d'uliva / donna m'apparve, sotto verde manto / vestita di color di fiamma viva”)". Ma non basta.
Travaglio ha la sua tesi: la nostra bandiera è di origine francese. Ma è il Colle a spiegare le vere origini del tricolore. Pur citando la fase napoleonica, il Quirinale spiega per bene le radici della nostra bandiera che vanno ben più inditro della linea temporale fissata da Travaglio. "I vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese.
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