Treni e stazioni senza persone terra di balordi

E ora, dopo che due ragazze sono state violentate su un treno e in una stazione del Varesotto da una coppia di balordi che per fortuna è già in manette, chiedono tutti più poliziotti

Treni e stazioni senza persone terra di balordi

E ora, dopo che due ragazze sono state violentate su un treno e in una stazione del Varesotto da una coppia di balordi che per fortuna è già in manette, chiedono tutti più poliziotti. Più agenti sui vagoni, alle fermate, ovunque. Ma i poliziotti costano, e allora si ricomincia da capo. Si ricomincia da una serie di domande: perché treni e stazioni sono deserti dopo una certa ora? Perché sono diventati terra di nessuno? Perché non ci sono più biglietterie, ferrovieri, uffici informazioni, inservienti, mezzanini con bar aperti? Non ci sono più perché negli anni sono stati sostituti da automazione e tecnologia che fanno tanto «futuro» ma che soprattutto costano meno. Hanno lasciato il posto alle biglietterie automatiche, alle telecamere, ai totem digitali che tutto sanno ma che spesso sono fuori uso, ai distributori automatici di caffè, merendine e chissà cos'altro ancora. E tutto intorno il deserto, il nulla. Un vuoto sinistro che mette ansia. E per rendersene conto basta salirci su un treno di pendolari per tornare a casa dopo il lavoro o l'università, basta entrarci dopo cena in una piccola stazione, basta ascoltare l'eco dei propri passi, basta guardarsi intorno ma soprattutto alle spalle. Vale per tutti, uomini e donne, ma per le donne di più perché così racconta purtroppo la cronaca. E allora il discorso torna da capo. Servono più poliziotti, che arriveranno come ha già annunciato l'assessore lombardo alla Sicurezza Riccardo De Corato, e servono più controlli. Che però costano, come costavano tutte le persone che anni fa lavoravano su treni e stazioni, che le tenevano vive e che ora non ci sono più. Quindi il risparmio va a farsi benedire. E allora sorgono altre domande: ne valeva la pena? E non sarebbe il caso di fare un passo indietro? Provando magari a ripopolare questi luoghi «non luoghi».

Provando a ristrutturarli non con nuovi elementi di design, con altra tecnologia o con altre diavolerie digitali e connesse. Basterebbe solo riportarci le persone. Forse è un sogno, ma potrebbe farci uscire da un incubo.

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